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Sampdoria, rischio fallimento per salvare due imprese decotte: Ferrero tira la corda

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Massimo Ferrero ha inserito la Sampdoria nel trust per tentare di salvare le sue imprese dal fallimento. A rischio ora c’è il club blucerchiato

Se escludiamo lo scenario dello sceicco Al Thani che versa sul conto escrow 40 milioni di euro e poi si impegna con altri 200 milioni a salvare la Sampdoria, il futuro del club blucerchiato sembra sempre più complicato. La parola fallimento comincia a diventare un’ipotesi concreta senza la cessione del club. La scalata dall’interno, obiettivo di Merlyn Partners, è impossibile con il voto contrario di Massimo Ferrero. E l’ex presidente della Sampdoria non ha alcun interesse a far votare figlia e nipote a favore.

Se Ferrero ha inserito la Sampdoria all’interno del Trust Rosan non è certo per salvarla dall’aggressione di potenziali creditori, l’ha vincolata lui stesso al soddisfacimento delle pretese di questi tramite la cessione. Chi vuole la Sampdoria deve versare 40 milioni di euro, più altri 30 per il Fisco, più altri 150 sotto forma di garanzie presso le banche. senza citare quelli che serviranno a fare mercato. Ma i 40 milioni di euro sono esclusivamente per salvare le aziende decotte di Ferrero e non per acquistare la Sampdoria (il cui valore in considerazione dei debiti e della rosa non supera la metà della cifra da versare).

Il paradosso di questa situazione è il seguente: Gianluca Vidal, conscio che la Sampdoria senza la cessione va verso il fallimento, continua ad affermare che lui è costretto ad accettare offerte che siano pari alla somma idonea a fare finanza esterna nei concordati e che vada a coprire i debiti di Holding Max. Non accetterà nessuna offerta diversa da questa anche con la conseguenza di aggravare la crisi del club. Per salvare dal fallimento due aziende decotte si rischia di portare al fallimento la Sampdoria.

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