Ex Sampdoria, Paolo Conti racconta del proprio passato sotto la Lanterna: «La Sampdoria aveva grandi prospettive. Cosa penso sul ruolo del portiere..» - Samp News 24
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Ex Sampdoria, Paolo Conti racconta del proprio passato sotto la Lanterna: «La Sampdoria aveva grandi prospettive. Cosa penso sul ruolo del portiere..»

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L’ex portiere della Paolo Conti ha svelato alcuni retroscena del passato del Club: ecco le sue parole sui blucerchiati e sulla promozione dell’82

L’ex portiere blucerchiato Paolo Conti raggiunse importanti traguardi con la maglia della Sampdoria. Arrivato a Genova dal Verona nel 1981 riuscì ad ottenere anche una promozione dalla Serie BKT alla Serie A nell’anno successivo. Ecco le sue parole sul proprio periodo d’oro ai microfoni de La Repubblica:

SUL TRASFERIMENTO: «Non era un passo indietro. La Sampdoria aveva grandi prospettive, era anche attraente a livello economico. Mantovani aveva grandi progetti ed una visione innovativa».

SUGLI INIZI: «Mister Riccomini dava tutta la colpa al clima di Genova, alla macaia, ci eravamo trovati con le gambe fiacche. A livello personale avevo avuto un paio di infortuni. Rientrai a Varese ma presi una pallonata sul naso, che mi ero appena rotto, e fu una giornata storta. Mi alternai con Guido Bistazzoni, che aveva avuto una crescita importante e insieme si è garantito un buon rendimento».

SULLA SERIE B: «Parare in Serie B è diverso che dalla Serie A. Certamente le soluzioni diventano meno prevedibili e si trovano pochi giocatori completi a livello tecnico. Diventa così difficile anticipare il movimento, a volte tirano quando avrebbero dovuto passare secondo la logica, anche da posizioni praticamente impossibili e si finisce per essere sorpresi».

SUL RUOLO DEL PORTIERE: «Il portiere bravo riesce a guidare la difesa e riesce a farsi tirare meno in porta. È un aspetto fondamentale, anche se non viene spesso considerato. Si viene valutati per le parate ma il primo obiettivo resta non subire tiri. Ora il portiere gioca con i piedi come un calciatore ma il calcio è una ruota che gira, tutto cambia ma può anche tornare al punto di partenza. Non penso si andrà avanti come negli ultimi anni, i benefici sono molto superiori ai rischi. Il portiere ha bisogno di confrontarsi, di capire perché ha commesso un errore, non basta allenarlo solo a saltare un centimetro più in alto. Per migliorare servono autentici maestri come Bordo o Tancredi con trascorsi ad alti livelli. Non ne vedo molti».

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