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Sampdoria, Palombo: «Giampaolo farà bene. Allenatore? Vi spiego la mia scelta»
Angelo Palombo, nuovo tecnico dell’Under 17, ha fatto il punto sulla Sampdoria: le sue parole a Il Secolo XIX
Angelo Palombo, nuovo tecnico dell’Under 17, ha fatto il punto sulla Sampdoria: le sue parole a Il Secolo XIX.
NUOVO INCARICO – «Non pensavo ma un po’ di emozione c’è. Fare il collaboratore non è poco ma essere in prima linea è diverso. Ringrazio la società e in particolare Invernizzi per questa possibilità. Vero, ho giocato tante partite con la Samp, ma non c’è nulla di scontato».
DECISIONE – «A gennaio la scelta di passare al settore giovanile sembrava strana ma già da un po’ si parlava di questa possibilità e coìÏ mi sono portato avanti nel conoscere i ragazzi e l’ambiente, ho fatto 4-5 mesi di scuola in attesa di questa eventuale chance. Da collaboratore mi stavo appiattendo, avevo pochi stimoli e non volevo stare lì a “passare l’aria”, come diceva Novellino. Vorrei diventare un allenatore importante».
VALORI – «Per poter aspirare a fare il professionista, la cosa che non deve mancare mai, in ogni categoria, è la fame, insieme alla professionalità. Se sei più forte, ma non hai fame, non vai avanti».
ISPIRAZIONI – «Tanti. Mihajlovic, Giampaolo ma anche Delneri, Mazzarri, lo stesso Novellino. Fatico a sceglierne uno, mi piaceva il loro modo di allenare e interagire con i giocatori. Ma già da ragazzo, al Ferentino, ho avuto bravi maestri».
TOP TECNICI – «I top sono Guardiola e Klopp ma ammiro tanti giovani italiani da cui prendere tanto. Penso a Italiano, con cui ho fatto il master a Coverciano: non era facile passare dallo Spezia alla Fiorentina e fare così bene. Anche Motta mi piace tantissimo».
IDEA DI GIOCO – «Beh, sarebbe il massimo avere il palleggio del City e la cazzima di Gattuso (ride). La realtà è che devi adattarti ed essere bravo a sfruttare le caratteristiche dei tuoi giocatori, a capire cosa è meglio per loro».
20 ANNI DI SAMPDORIA – «Da un punto di vista brutto, tra virgolette, perché vorrei essere ancora in mezzo al campo ed è una voglia che mi porterò dietro tutta la vita. Però devi essere bravo a staccare, senza sentirti ancora giocatore. Vorrei tornare al primo giorno, non per cambiare, gli errori si fanno, sono parte della vita, ma per poter riprovare ancora le emozioni vissute, tutte, positive e negative. Pagherei oro. Dall’altro lato c’è l’orgoglio. Ci sono stati quei 4 mesi all’Inter, ma non voluti da me, e lo ripeto perché non avrei problemi ad ammetterlo se fosse vero il contrario. Potevo andare via 100 volte ma sono sempre rimasto aggrappato alla Sampdoria perché mi sono innamorato della maglia e della città e non sarei mai voluto andare via. È difficile trovare chi sta tanti anni nello stesso club e al giorno d’oggi è ancora più dura: è un piccolo vanto per me».
SPIEGARE L’ESSERE DELLA SAMPDORIA – «Si rappresenta una maglia e va rispettata. L’appartenenza fa la differenza ma puoi crearla a prescindere dalla fede calcistica del giocatore, vale per un ragazzo come per chi è già in Serie A. Con i giovani l’importante è esprimersi con concetti brevi e chiari, trovare la chiave giusta per farli migliorare».
CRISI DI TALENTI – «Si dice sempre che il livello in Italia e in Serie A si è abbassato, ed è vero. Credo per due motivi. Il primo è che ci sono delle ere: i Baggio, Totti, Del Piero e lo stesso Cassano non nascono sempre. Il secondo è economico: prima giravano più soldi, ora una squadra di A non può prendere l’Ibrahimovic di 22-23 anni. Bisogna creare una nuova era ma ci sono italiani forti anche ora».
EX COMPAGNI DA ALLENARE – «Cassano. Mi piacerebbe allenare uno come lui, con il suo talento e la sua forte personalità, confrontarmi con un tipo di giocatore così, spero mi accada».
SAMPDORIA – «Nell’ultimo anno ho sofferto molto, soprattutto da quando sono passato al settore giovanile perché da fuori non potevo più dare una mano. Giampaolo è un lavoratore, ha bisogno di poter lavorare su principi non facilmente assimilabili dall’oggi al domani: partendo dal ritiro il mister farà sicuramente ancora meglio e farà vedere il suo calcio».