Novellino: «Sampdoria incompleta e fragile. Pirlo? Ha un lavoro da fare»
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Novellino: «Sampdoria incompleta e fragile. Pirlo? Ha un lavoro da fare»

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Walter Novellino ha fatto il punto sulla Sampdoria di Andrea Pirlo dopo il match perso contro il Catanzaro: le sue parole a La Repubblica

Walter Novellino ha fatto il punto sulla Sampdoria di Andrea Pirlo dopo il match perso contro il Catanzaro: le sue parole a La Repubblica.

SAMPDORIA INCOMPLETA «Merito soprattutto del Catanzaro, la Sampdoria ha una squadra incompleta e fragile, servono uomini di categoria, manca cattiveria agonistica, la giusta mentalità. Pirlo ha tanto lavoro da fare e lo sa, perché capisce di calcio».

MODULO 4-4-2«Copri bene il campo, ma in questo caso non è un problema tattico, manca la cattiveria. La Sampdoria è penultima ed i giocatori si devono guardare in faccia. Capire che non sono in una “squadretta”. C’è tutto il tempo per recuperare, ma bisogna trovare un equilibrio, fare punti».

FERRARIS«I tifosi della Sampdoria sono fantastici, non smettono mai di sostenere la propria squadra, il giocatore dovrebbe essere quindi spinto a dare qualcosa in più, ma può capitare. A titolo personale, ricordo che anch’io avevo avuto qualche problema nelle prime uscite con il Milan. Dopo due giocate belle, mi sono sbloccato».

DIFESA«Nel calcio resta fondamentale non subire gol e Pirlo lo sa benissimo. Nei momenti delicati bisogna essere pratici, badare al sodo e sono convinto che il mister saprà imparare da queste sconfitte. Legrottaglie ha dato fiducia al tecnico, ha fatto la cosa giusta, ma in campo vanno i giocatori e bisogna vedere la giusta cattiveria, una comune identità. Si può anche perdere, ma non è accettabile senza mostrare il giusto carattere, la voglia di non arrendersi mai».

ASPETTO MENTALE – «Ero severo, li riprendevo anche davanti ai compagni, gliene dicevo di tutti i colori, se necessario. Flachi l’ho rimproverato tanto all’inizio e con il tempo è diventato una guida dello spogliatoio. Mi agevolava il compito tantissimo, ad esempio con i nuovi arrivati».

MAROTTA, PARATICI E ASMINI«Sono stati la mia fortuna, conoscevano il mio carattere e mi facevano da filtro. Serve almeno un dirigente vicino all’allenatore, un uomo di calcio con cui confrontarsi apertamente, come capitava con loro. Non sempre il tecnico può parlare liberamente con i giocatori, a volte deve essere aiutato. Solo come esempio, Inzaghi all’Inter può contare su Ausilio, Baccin, Marotta. Così diventa più facile. Pirlo va sostenuto. Questa è la strada giusta».

ASCOLI«Ho ricordi belli nelle Marche, con Mazzone allenatore, ma ora sono arrabbiati perché ho indossato una volta la maglia della Sambenedettese per beneficenza. Campo strano, può mettere in difficoltà, l’Ascoli non sta facendo benissimo, ma la società è rinata e hanno appena preso Marco Giannitti, un ds preparato».

RICCARDO GARRONE«Il mio più grande presidente. Veniva agli allenamenti, mi chiedeva se poteva sedersi al mio fianco in panchina. Mai ho trovato un comportamento analogo nei suoi colleghi, lo considero un esempio, tra le altre cose, anche di comportamento ed educazione. Ero stimolato a dare il massimo per una simile persona. Sono ancora legato alla famiglia Garrone».

CALCIO MODERNO «Mi piace il rapporto umano, ma bisogna essere aperti alle novità. Al Milan hanno fatto molto bene, altrove meno». Continua a studiare? Le manca Genova? «Questo calcio fatto di duelli individuali mi piace, lo sto provando con i ragazzi della Pgs Don Bosco Perugia. Gasperini ha insegnato tanto in questo senso e poi i suoi allievi, a partire da Juric, hanno seguito la stessa strada. La mia voglia di tornare alla Sampdoria è enorme, ma ora è in buone mani, quelle di un campione del mondo. Mia moglie mi rimprovera ancora di aver deciso di lasciare Genova, l’abbiamo sempre nel cuore».

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