Hanno Detto
Giampaolo: «Sono sempre sulla graticola. Milan più forte della Serie A»
Conferenza stampa Giampaolo: le dichiarazioni del tecnico della Sampdoria alla vigilia del match di Serie A contro il Milan
(Alessio Eremita da Bogliasco) – Marco Giampaolo è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match tra Sampdoria e Milan, valido per la sesta giornata di Serie A 2022/23. Ecco le dichiarazioni dell’allenatore blucerchiato.
VERONA E MILAN – «La partita di Verona è stata compromessa da otto minuti di cattiva gestione di quei momenti, ne abbiamo già parlato. Probabilmente non abbiamo reagito in maniera lucida nel secondo tempo. È una gara archiviata, la partita più importante è quella di domani contro il Milan. Una squadra forte che ha acquisito consapevolezza nei propri mezzi, quando gioca lo fa con leggerezza e padronanza. È la squadra migliore della Serie A, quando pareggia è come se perdesse. Gara durissima e impegnativa, la Sampdoria dovrà giocare con il coraggio giusto».
MILAN – «Nell’anno solare ha perso una partita, come si batte? Non lo so, bisogna chiederlo allo Spezia che ci è riuscito. È una squadra forte, la più forte come ho detto. È matura, consapevole… Dovremo dare il 110%. Non ci sono partite facili, alcune proibitive. Bisogna sempre giocare, non si sa mai cosa possa succedere».
DIFENSORI INFORTUNATI – «Ferrari e Murillo recuperano, Colley non recupera».
OBIETTIVI – «Noi dobbiamo da squadra che deve lottare per non retrocedere. Ma è chiaro questo concetto. Non abbiamo fatto investimenti per 40 milioni di euro, siamo onesti intellettualmente e sappiamo qual è il nostro obiettivo. Tutto il resto è una speculazione, una rottura di coglioni per chi vuole inzuppare il pane. Dobbiamo giocare le partite nella maniera giusta: qualche volta ci siamo riuscite, altre no. Ma fa parte del nostro valore complessivo, si lavora per migliorare».
NUOVI ACQUISTI – «Tutti i calciatori nuovi provenivano da club in cui avevano lavorato in maniera differenziata, facendo il minimo indispensabile per dire “Sì, sto facendo qualcosa”. Nessuno di questi era pronto, alcuni non sono nemmeno disponibili. Ma sono consapevole di tutto questo, vado avanti per la mia strada. E con me, i miei calciatori».
WINKS – «Chiedete al dottore, l’ho visto per mezzo allenamento e mai più in campo. Purtroppo».
MODULO – «Per giocare col 4-3-1-2 in partenza devo avere delle alternative. Per partire va bene, per finire no. La squadra sapeva che avremmo utilizzato questo modulo contro il Verona, avverto i miei ragazzi almeno una settimana prima. Se poi mi mancano giocatori cardine per la mia idea, devo cambiare. So già come giocare contro il Milan, ho le idee chiare. Una volta faccio una roba, una volta un’altra: faccio le cose in base alla forza dell’avversario, alla mia condizione mentale».
INCONTRO CON LA SOCIETA’ – «Dobbiamo avere una buona comunicazione, univoca. Ci sono troppi interlocutori all’interno del club, così si creano dispersione e pareri diversi. I pareri diversi non vanno bene perché generano crepe. Non ho bisogno di rassicurazioni, conforto… Non mi interessa niente. Sono io che devo dare sicurezza e certezza agli altri. Qualora ci fosse qualche prurito, vorrei esserne a conoscenza. E che la comunicazione venisse gestita in maniera più discreta, ognuno racconta le cose a modo suo. È un problema che riguarda la tutela della squadra. Il mio lavoro mi pone sempre sulla graticola, sono continuamente in discussione».
MENTALITA’ CON LE BIG – «La testa determina. Ma è anche una questione di responsabilità. Contro una squadra più forte, non abbiamo nulla da perdere e siamo più sollevati mentalmente. Nello scontro diretto siamo sollecitati sotto un altro punto di vista».
QUAGLIARELLA – «Ha avuto un problema ieri, ma ha recuperato».
GABBIADINI – «Sta sempre meglio. Gioca bene con due attaccanti, se giochiamo con uno dipende molto dall’avversario. È una seconda punta, può far fatica sull’esterno. Ma è anche una risorsa».
PUSSETTO – «È un’altra seconda punta. Si allenava da solo, ma è più filiforme e può rientrare prima in forma. Ma devo conoscerlo meglio».
SABIRI – «Se si generano alte aspettative per un calciatore bravo, appena gioca una partita sottotono lo si critica. Già in tempi non sospetti dissi di lasciarlo stare, adesso Sabiri non può permettersi di giocare una partita al di sotto perché si nota. Ma anche a lui è concesso qualche errore».
LEAO – «Non lo vedevo al Milan? Non rispondo, queste cose lasciano il tempo che trovano».