Editoriale
Ora non si deve sbagliare
Sampdoria-Hellas Verona è la linea di demarcazione tra normalità e aspirazione a diventare straordinari: ora non si può commettere passi falsi
Quarantuno punti e non sentirli, o meglio decidere di non sentirli per non gravare il prossimo impegno di troppe responsabilità. Come la sabbia che scivola tra le dita, il raggiungimento della quota salvezza è scivolato via dalle mani: il pensiero volge rapidamente verso l’obiettivo più bello. L’Europa League, il sesto posto, il desiderio di tornare a calcare palcoscenici importanti valgono più dell’aver raggiunto il risultato che garantirà alla Sampdoria un altro anno di permanenza in Serie A. Tale traguardo non è tuttavia da considerarsi banale, essendosi manifestato nel mese di febbraio spesso noto, ai tifosi blucerchiati, per la flessione di risultati. Arriva con quattordici giornate d’anticipo. Arriva, passa e se ne va perché in realtà nessuno ci ha mai veramente pensato. Era scontato che, prima o poi, il muro dei quarantuno punti sarebbe stato sfondato. La Sampdoria di questa stagione è troppo forte per accontentarsi di puntare alla salvezza, ma – è giusto sottolinearlo – arrivarci a febbraio è una piccola impresa che si aggiunge ai tanti record fatti registrare da Giampaolo in questa stagione.
Quarantuno punti e si pensa già ai prossimi tre da conquistare a Milano. Lo scontro diretto, la paura di cadere dopo tante fatiche proprio contro quel Milan che sembrava un gigante dai piedi d’argilla ma che, con il cambio in panchina, ha saputo rialzare la testa e arrivare a due punti di distanza. La Sampdoria non teme nessuno: non ha timore perché è forte delle sue convinzioni, è forte davanti al suo pubblico, è forte su qualsiasi terreno di gioco. È forte perché se è già successo, di vincere su un campo ostico come quello della Roma, non è escluso possa accadere nuovamente anche tra le mura di “San Siro”. E poi c’è Giampaolo che quando parla del Milan nemmeno vuole pronunciare le parole scontro diretto. Le priorità sono altre, legate al non perdere la propria fisionomia, vincere attraverso i principi, giocando e mostrando l’identità simbolo che contraddistingue la Sampdoria. La prestazione è al di sopra del risultato, è il mezzo per raggiungere un fine. Il richiamo alla leggerezza, l’essere gruppo, il sostegno nei confronti di ogni giocatore che scenda in campo per dare il suo apporto alla gara – come accaduto nei riguardi di Alvarez -. Sono questi i cardini del pensiero di Giampaolo. E si affronterà il Milan come si è affrontato l’Hellas Verona, il Torino, la Roma.
Prova di maturità superata o alle porte? Difficile a dirsi. La Sampdoria ha passato sicuramente l’ennesimo esame sul proprio cammino. In una partita dal primo tempo stregato dove alle innumerevoli occasioni prodotte non è seguito nemmeno un gol, i blucerchiati avrebbero potuto demoralizzarsi o alla peggio innervosirsi nel continuo tentativo di sbloccare il risultato, invece sono rimasti concentrati e soprattutto lucidi nel proporre il proprio gioco davanti a una compagine modesta, ma non meno pericolosa di altre squadre. I singoli si sono rivelati all’altezza delle aspettative, malgrado gli strascichi di preoccupazione che hanno accompagnato la squadra alla sfida: è stata la partita di Barreto, di Murru, di Caprari. Di quelle seconde linee che continuano ad avere la fiducia totale del tecnico blucerchiato e che – sebbene per alcuni ci sia ancora molto da lavorare – non escono mai dal campo senza aver offerto il meglio di se stessi. È stata la partita dell’attenzione perché sia il paraguaiano sia Torreira hanno giocato con la spada della diffida sulle spalle, ma non sono arrivati cartellini gialli e a Milano saranno entrambi disponibili. L’unico neo in un periodo che regala alla Sampdoria undici punti in più in classifica, dopo la dêbacle di Benevento, è l’esiguo rendimento di Zapata: un solo gol in cinque partite e due sostituzioni consecutive, che non vogliono essere punitive ma conservative, sono un dettaglio che purtroppo va rilevato. L’attaccante colombiano non è oggetto di polemiche perché dà sempre quel senso di pericolosità, al contempo però sembra accendersi maggiormente nelle gare contro le grandi squadre. Il banco di prova sarà Milano con le sue insidie, i suoi tranelli e il suo premio in palio che fa gola più alla Sampdoria del Milan: una vittoria significa +6 dalle inseguitrici, una sconfitta il conseguente aggancio rossonero. È giusto arrivarci leggeri e pronti, ma con la giusta attenzione di chi sa raggirare l’ostacolo.