Hanno Detto
Eriksson: «Sampdoria in B sarebbe un dolore. Ekdal? Fondamentale»
Sven Goran Eriksson, ex allenatore della Sampdoria, ha fatto il punto sul match contro la Fiorentina: le sue parole a Il Secolo XIX
Sven Goran Eriksson, ex allenatore della Sampdoria, ha fatto il punto sul match contro la Fiorentina: le sue parole a Il Secolo XIX.
VITA NEL CALCIO – «Do una mano al Karlstad, un club vicino a casa mia, guardo tante partite, dal vivo e in tv. Anche Serie A, soprattutto Milan, Juve, Inter ma pure le mie ex squadre. Ho visto Fiorentina-Roma, i viola giocano bene, hanno vinto con merito: ci vorrà una gran bella Sampdoria».
LANNA – «Gli faccio i complimenti, grande uomo ed era un grande difensore, forte, anche se l’ho allenato un anno solo».
RICORDI IN BLUCERCHIATO – «Quando sono arrivato c’è stata la cessione di Vialli che forse ha cambiato un po’ la storia del club. Papà Mantovani mi disse che non aveva più la forza di competere con Juve, Milan, Inter, ha dovuto vendere ma restava una grande squadra, con calciatori importanti. La Sampdoria era bravissima nel trovare giovani talenti: Veron, Seedorf, Karembeu, non ancora al top ma esplosi nella Samp. Nel primo anno di Gullit potevamo vincere lo scudetto, ci siamo riusciti con la Coppa Italia: non abbiamo vinto molto, ma giocavamo bene, era bello vedere quella Samp».
MANCINI – «C’era Mancini, e non è poco: lui e Vialli erano i simboli della Samp, lui anche più di Gianluca. Era fortissimo, elegante, un genio».
BAGGIO – «Baggio era molto giovane, veniva da un infortunio grave ma era incredibile. Ricordo contro il Milan a San Siro, una delle prime gare con Sacchi: abbiamo passato due volte il centrocampo grazie a lui e abbiamo vinto, 2-0, fece un gol da sogno, partendo da centrocampo. Roby era fantastico».
TRA MANCINI E BAGGIO – «Non sarebbe giusto farlo, erano due geni. Una differenza è che Mancini alla Samp era più uomo-squadra, aiutava i giovani, era un simbolo, ma Baggio l’ho avuto agli inizi. Però chi era più grande? Messi o Maradona? Diego o Pelè? Siamo lì, no? Vale anche per Baggio e Mancio. Loro due insieme? Sarebbe stato bello ma Sacchi scelse Baggio».
SAMPDORIA-FIORENTINA – «Sono club con tifoserie molto innamorate dei loro colori. Ho bellissimi ricordi dappertutto ma alla Samp sono stato ben 5 anni… era un club molto familiare, la famiglia Mantovani curava i giocatori come figli, papà Paolo era unico, straordinario. Alla Fiorentina sono stato bene, ma solo due anni: l’ambizione massima era andare in Uefa, ci riuscimmo allo spareggio con la Roma, segnò Pruzzo. Sono contento se andrà in Europa di nuovo, ma la Samp deve salvarsi: la B sarebbe un dolore per tutti i sampdoriani. E anche economicamente sarebbe un danno forte».
SAMPDORIA – «Quagliarella è un ottimo attaccante: lo so, ha 39 anni, ma Zlatan gioca a 40, può provare a superarlo. Ekdal, è importante anche per la mia Svezia: centrocampista difensivo bravo a dare equilibrio. E poi c’è il norvegese, Thorsby. È bravo di testa, qualche gol lo fa, magari segna lui»
SCUDETTO – «Mi farebbe piacere l’Inter per Simone Inzaghi che ho avuto alla Lazio: in Coppa Italia è stato bravo, per il tricolore è favorito il Milan ma chissà. Certo, poi l’ultima è Inter-Samp, e sarebbe da brividi, spero che la Samp ci arrivi già salva».
ITALIA – «La vita del calcio è strana. Mancini ha vinto gli Europei con stile, eleganza, il miglior calcio, un successo molto meritato e poco meno di un anno dopo ha perso il Mondiale. Mi spiace per l’Italia, ma Mancini si rifarà perché è un grande».