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Sampdoria, Invernizzi: «Lanna ha un progetto. Mancini? Ha rischiato»
La Sampdoria ha un progetto chiaro per il settore giovanile: Giovanni Invernizzi fa il punto della situazione
La Sampdoria ha un progetto chiaro per il settore giovanile: Giovanni Invernizzi fa il punto della situazione a Il Secolo XIX.
STAGIONE PRIMAVERA – «La stagione è nata tra tante difficoltà, non avevamo margini per intervenire sul mercato ma la Primavera di Tufano è stata eccezionale bissando i playoff e anche le altre leve hanno onorato al meglio l’annata. Il lavoro impostato 4 anni fa ha dato buoni risultati, abbiamo tanti ragazzi partiti dall’attività di base: la sampdorianità per noi fa la differenza. Certo, tra pandemia e altre situazioni si è lasciato qualcosa per strada: nel settore giovanile sono fondamentali il progetto e la continuità di persone».
OBIETTIVO FUTURO – «Lanna e il Cda credono molto nell’importanza del settore giovanile, sono sicuro che ci faranno lavorare nel migliore dei modi: ci siamo già confrontati e a breve ci incontreremo per definire gli spazi di manovra. Per una società media, che vuole diventare grande, creare campioni è una delle strade insieme al perfezionamento dei centri sportivi».
SAMPDORIA MIGLIORE – «Il numero di calciatori prodotti è direttamente proporzionale all’investimento nelle giovanili. Rispetto a 10 anni fa come strutture la Samp è migliorata molto anche se il territorio è quello che è. Ora si prevedono l’allargamento della palestra e un nuovo spogliatoio. E i 6 nuovi contratti per Saio, Aquino, Somma, Napoli, Sepe e Montevago sono un segnale preciso di continuità e programmazione per il futuro oltre che un giusto premio per i ragazzi».
PROGRAMMAZIONE – «Gli allenatori dovranno prestare sempre più attenzione ai giovani, per necessità e perchè il futuro deve andare in questa direzione. Negli ultimi anni tanti nostri ragazzi hanno esordito nel professionismo, e speriamo, con investimenti e programmazione, di darne sempre più alla prima squadra. Noi viviamo per soddisfazioni come il debutto di Trimboli. E c’è Yepes, anche lui già in campo in A, poi Di Stefano, Montevago, e alcuni 2003 che resteranno in Primavera come fuori quota, Paoletti, Migliardi, Malagrida: Giampaolo li conosce bene, li ha allenati spesso».
TANTI ITALIANI – «Solo due stranieri, è un vanto ma è stata anche un’esigenza per la situazione. I calciatori bravi, italiani o stranieri, vanno messi in condizione di esprimersi. Gli italiani vanno valorizzati ma poi vanno fatti giocare. Mancini ha azzardato tanto rischiando brutte figure ma così tra 2-3 anni potrà avere una Nazionale pronta per certe competizioni».
CAMBIAMENTI – «In gran parte sono calciatori costruiti, i talenti puri sono sempre meno. I giovani stanno ore dietro la scrivania tra computer e playstation, il talento vero nasce per strada dove si sviluppano capacità coordinative e motorie uniche: oggi è raro trovare ragazzi così, provi a non farteli scappare ma la concorrenza è aumentata».
SCELTA SETTORE GIOVANILE – «Al Como sono cresciuto con Mino Favini: chi ha lavorato con lui mantiene un Dna rivolto alla crescita dei giovani, tanti suoi giocatori hanno seguito questo percorso».
LEGEND SAMP – «Mi ha dato ancora più sprint per lavorare al meglio, sono privilegiato ad aver fatto parte di una grande squadra che è nella storia della Samp. Ci vogliamo bene, scherziamo, quando arrivai il primo ad abbracciarmi fu Cerezo: “Nel Como mi marcavi sempre e mi riempivi di botte, ora non mi menerai più”. Il problema è che ogni tanto in allenamento mi scappava e dovevo menarlo pure a Bogliasco».