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Bereszynski: «Sono un leader della Sampdoria. Ora alziamo l’asticella»

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Bartosz Bereszynski ha commentato le prestazioni offerte con le maglie di Sampdoria e Polonia: le dichiarazioni dell’esterno blucerchiato

Bartosz Bereszynski, terzino di Sampdoria Polonia, ha parlato ai canali ufficiali della Federazione polacca. Le sue dichiarazioni sull’esperienza in blucerchiato e in nazionale.

CRESCITA PERSONALE – «La cosa più importante per un difensore è la continuità, io l’ho raggiunta da quando ho lasciato il Legia per trasferirmi alla Sampdoria. Ho anche giocato con la fascia di capitano al braccio per alcune partite. È stata la dimostrazione della mia crescita e ora voglio portare la mia esperienza anche in nazionale. Sono stato in panchina per due-tre anni, prima che Piszczek si ritirasse. Secondo me, è stato il miglior terzino nella storia della Polonia. È stato un onore lavorare con lui e se continuo così, posso diventare il leader difensivo di questa squadra».

CAPITANO DELLA SAMPDORIA – «Sono uno dei veterani della Sampdoria. Questo mi ha permesso di diventare un leader dello spogliatoio e mi permette di giocare ogni partita dal primo minuto. L’allenatore ha creduto in me e sono contento di quanto fatto».

BILANCIO STAGIONALE – «È stata una buona stagione. In quella precedente, abbiamo dovuto lottare per la salvezza in Serie A, ma grazie al mercato il livello del club è cresciuto. Siamo più forti di due anni fa. Stiamo facendo di tutto per crescere, dunque l’anno prossimo potremo alzare il livello delle ambizioni».

GIAMPAOLO E RANIERI – «Giampaolo ha cambiato la mia percezione di intendere il ruolo di esterno, negandomi la possibilità di giocare in attacco. Con Ranieri ho avuto più chance di salire sulla fascia, anche se all’inizio mi sembrava di provare i cross per la prima volta nella mia vita. Non ero più abituato. La mia intesa con Candreva è eccellente. Soprattutto nell’ultima parte di campionato ho potuto mettere tanti palloni in mezzo, purtroppo non sempre gli attaccanti hanno segnato».

TANTI MINUTI IN NAZIONALE – «Sono sempre pronto quando vesto la maglia della nazionale. Condivido le scelte del mister, ma mi aspetto di giocare ogni partita. Ho parlato molto con Sousa, qualche volta è venuto a Genova per vedermi da vicino. Sono molto orgoglioso della fiducia che mi ha riservato e voglio ricambiarla».

RISCHIO INFORTUNI – «Molti calciatori che giocano nelle competizioni europee scendono in campo ogni tre giorni. Non siamo macchine. E normale che qualche problemino fisico ci sia, soprattutto con una preparazione intensa. Figuriamoci, durante il lockdown quando siamo stati fermi per mesi. Il mio corpo non aveva energie, ma ho saputo ritrovare i giusti stimoli. Nonostante gli sforzi, penso che EURO 2020 sia un’occasione speciale».

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