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Sampdoria, D’Aversa: «Niente alibi. Quagliarella? Gli dico questo»
Sampdoria, D’Aversa presenta il match all’Allianz Stadium contro la Juventus: le parole del tecnico blucerchiato a Il Secolo XIX
Roberto D’Aversa, tecnico della Sampdoria, presenta il match all’Allianz Stadium contro la Juventus: le parole del tecnico blucerchiato a Il Secolo XIX.
SCONFITTA – «Dopo un 4-0 la priorità è pulirsi a livello mentale, non possiamo permetterci di scendere in campo con dubbi o perplessità. Oltre alle difficoltà sotto il profilo fisico, abbiamo avuto un giorno di tempo in meno per recuperare e qualcuno sarà chiamato a giocare tre partite in una settimana. Ma comunque parliamo di sport, ricordiamoci che il nostro è un bel mestiere. I sacrifici sono ben altri».
INFORTUNATI – «Qualche cambiamento ci sarà, ma non mi piace parlare di turnover e non abbiamo perso con il Napoli perché non l’ho fatto, come ho letto e sentito. Quanto si fanno tre partite in una settimana la più delicata è la terza. Abbiamo sempre delle difficoltà in avanti, ci mancano ancora Gabbiadini e Verre, rientreranno in gruppo la settimana prossima e a disposizione dopo la sosta. Ihattaren è convocato, ma si è allenato una sola volta, quindi solo per respirare il club del ritiro. Le alternative oggi sono Ciervo, un giovane che non va caricato di responsabilità, e Torregrossa, che purtroppo non è ancora al 100% per un problema fisico accusato dopo l’Alessandria. Ma siccome non mi piace creare alibi, né a me stesso e né alla squadra, dico che le assenze di qualcuno si trasformano in possibilità per altri. Cambiare in difesa? Sì».
CANDREVA – «È in grande spolvero, un oreade tecnico».
QUAGLIARELLA – «Fabio al primo giorno di ritiro, anche per problematiche di altri giocatori, è sempre stato presente. A Empoli avrei dovuto sostituirlo, ma volevo che segnasse. Per me è importante, ci sta magari la sua arrabbiatura per non aver fato gol ma deve stare tranquillo, i gol li ha sempre fatti. E sono convinto che si sbloccherà velocemente, spero già con la Juve».
JUVENTUS – «Stadium? Io ci ho solo pareggiato con il Parma, un 3-3- contro una Juventus che vinse lo scudetto, gol di Gervinho al 93’… i bianconeri adesso arrivano da una vittoria in rimonta a La Spezia. E per me è un segnale di ripresa. Non credo assolutamente di trovarli in difficoltà È una società abituata da un secolo a vincere, e si capisce già quando entri allo Stadium. Hanno perso Ronaldo, un campione da 40 go, stanno facendo un percorso di cambiamento, ma la loro posizione di classifica non inganni. Allegri a Torino, ero anche andato a vedere alcuni suoi allenamenti, ha vinto cinque scudetti e disputato due finali di Champions. Metterlo in discussione è mancanza di cultura. Le sue partenze sono sempre state un po’ difficltose, ma poi ha fatto recuperi straordinari. Detto questo dovremo affrontare un sacco di difficoltà ma abbiamo le qualità per crearne. Il Napoli ci serva da lezione, i primi due gol sono state nostre concessioni, non esiste disputare un grande primo tempo e chiuderlo sotto di due reti. E bisogna essere più cinici in fase di tiro. La Juventus sulla carta è superiore, ma la vittoria si deve conquistare sul campo con le proprie forze. La rabbia e la delusione post Napoli vanno trasformate in energie positive. Bisogna giocare questa sfida puliti e incazzati».
IDEE – «Penso che la filosofia di una squadra che debba giocarsela con tutti prescinda dall’aspetto tattico. Il baricentro può essere più alto o più basso, dipende anche dalle caratteristiche degli avversari, ma sempre si deve ragionare in termini di aggressività, portandola nell’altra metà campo o anche in fasi di attesa e di marcatura. Le occasioni concesse al Napoli sono nate proprio da una mancanza di aggressività. Ma la mentalità di giocarsela con tutti con coraggio, quella per me è fondamentale. Ovviamente applicata con equilibrio, adattandosi alle varie fasi di gioco. Se c’è da mettersi dietro ad aspettare, ci si mette. Ma sempre aggressivi».