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Sampdoria, attacchi al CdA: la decisione sulle dimissioni
Il Cda della Sampdoria resta compatto davanti agli attacchi: ipotesi dimissioni reale. La decisione di Lanna e Panconi
Gli ultimi attacchi al CdA della Sampdoria potrebbero essere la goccia che farà traboccare il vaso. Il ritorno sulla scena di Massimo Ferrero e le accuse di aver gestito male il club in sua assenza, portate avanti dall’ex presidente ancora quando si trovava interdetto e agli arresti domiciliari, le pressioni di Alessandro Barnaba per tentare l’abbattimento del capitale sociale senza i presupposti legali (cosa che avrebbe messo giuridicamente nei guai i membri del CdA), e le ultime, pesanti, allusioni su un loro coinvolgimento nel far saltare possibili trattative, sono cannonate difficilmente sopportabili.
Il ritorno di Ferrero sulla scena era prevedibile, ma l’accusa che sia colpa dell’attuale CdA la situazione dei conti blucerchiati è completamente infondata. È noto che è stata creata dalla gestione sconsiderata dell’ex presidente. Il non aver agevolato la scalata interna con l’abbattimento di capitale per favorire Barnaba è un fatto di legge: lo avessero fatto avrebbero prestato il fianco a future cause legali con i Ferrero a quel punto in posizione dominante. Le accuse di ingerenze nelle trattative sono concretamente impossibili. L’attuale CdA non ha mai avuto voce in capitolo e nessun potere decisionale su potenziali acquirenti. L’unico ad essere in grado di decidere sulla cessione della Sampdoria è Gianluca Vidal con Massimo Ferrero alle sue spalle. E l’ex presidente non ha mai avuto intenzione di vendere.
Per tutti i sopracitati motivi ora le valutazioni del CdA sono in corso. Da una parte c’è la voglia e l’intenzione di intraprendere qualche iniziativa per testimoniare quanto fatto per la Sampdoria in questo anno. Dall’altra parte c’è la sensazione di aver fatto tutto quello che era possibile e che quindi le dimissioni, dopo l’ultimo atto formale e legale dovuto (approvazione del bilancio), siano l’unica strada percorribile.