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Caputo: «Sampdoria, sono pronto. Trattativa? Ecco com’è andata»
Francesco Caputo, attaccante della Sampdoria, si racconta ai microfoni de Il Secolo XIX: dalla trattativa al rapporto con Quagliarella
Francesco Caputo, attaccante della Sampdoria, si racconta ai microfoni de Il Secolo XIX: dalla trattativa al rapporto con Fabio Quagliarella.
SENTIRSI A CASA – «Sono i posti che ti accolgono bene e ti fanno sentire subito a casa. Sono sensazioni bellissime in effetti, sono arrivato in una piazza importante e felice di essere stato voluto in particolare dal presidente Ferrero il cui entusiasmo mi ha colpito».
ETA’ – «L’esempio di Fabio è lampante, continua a fare la differenza in A in ogni stagione: è la prova che non conta l’età, contano più le motivazioni e come stai fisicamente. Lui si allena come un ragazzino e il risultato è che ragazzino lo sebra in campo. Io non posso che prendere ispirazione da uno con la sua carriera».
QUAGLIARELLA – «Ci conoscevamo solo da avversari, parlandoci in campo come si fa sempre. C’era ovviamente rispetto ma non vera confidenza. Ora Fabio mi ha accolto molto bene, ma tutta la squadra mi ha fatto sentire a casa, realmente sembra pure a me di essere qui da tanto tempo».
CONVIVENZA – «Le scelte sono dell’allenatore ma io davvero non vedo nessuna problematica a giocare insieme, in tutte le squadre due attaccanti come noi possono giocare affiancati. Comunque non ci siamo solo io e lui, ci sono altri compagni di valore e penso ci sarà spazio per tutti, la stagione è lunga».
FAGGIANO – «Un rapporto lunghissimo, praticamente all’inizio della mia carriera quando eravamo insieme in C2 al Noicattaro nella nostra Puglia. Da lì è iniziato il nostro pellegrinaggio per l’Italia. Lui si è affiancato a Perinetti e l’anno dopo mi ha portato a Bari. Poi è andato a Siena e mi ha rivoluto ancora. Poi no siamo più riusciti a ricongiungerci pur avendomi cercato a Parma e ora un po’ a sorpresa mi porta a Genova. Gli devo molto e naturalmente c’è grande stima. Avevamo fatto una chiacchierata dieci giorni prima della chiusura del mercato ma poi era finita lì e pensavo fosse sfumata l’opportunità. Ci siamo rivisti in campo il giorno di Sassuolo-Sampdoria e mancavano poche ore alla chiusura del mercato, ho capito che non era sfumata e si poteva fare una trattativa lampo che poi c’è stata».
D’AVERSA – «Ne ho sempre sentito parlare bene. In questi primi giorni ho avuto un’ottima impressione, sapevo che mi aveva cercato ai tempi del Parma ma non se n’era fatto nulla. Come metodi di allenamento è molto innovativo, scrupoloso, le sue idee e il suo modo di lavorare sono chiari ed è una sicurezza per il giocatore. Certo, ti devi impegnare, sono allenamenti pensati, non di routine».
BIRRA – «È nato tutto per gioco parlando una sera con un amico appassionato di vini, volevamo fare qualcosa che valorizzasse aromi e sapori di Altamura, il nostro paese. Abbiamo scelto il pane, il suo sapore, come base per provarci. Così è venuta l’idea di questa birra “Pagnotta” che inizialmente era un gioco ma ora è diventata una realtà con tanti dipendenti, tante soddisfazioni e tanto lavoro dietro. L’investimento iniziale è stato piccolissimo, quasi ridicolo, ma ora ci stiamo allargando anche ai vini, al gin ed è una bellissima realtà. Compagni? È già partita, sta arrivando e la regalerò a tutti. Chissà, magari potremo lanciare anche un’etichetta con un marinaio come nel simbolo della Sampdoria, è un’idea».
INTER – «Sto bene, mi sono allenato sempre, ho fatto le prime partite di campionato, fisicamente sono pronto. Affrontare l’Inter è uno stimolo sempre, loro sono fortissimi ma noi siamo consapevoli che possiamo metterli in difficoltà se giochiamo da squadra».
NAZIONALE – «Onestamente della mia carriera non mi lamento, ognuno di noi ha il suo percorso, evidentemente il mio era questo. Io so che partendo da Altamura ho cercato in tutti i modi di arrivare alla Serie A e alla fine ce l’ho fatta. Quindi ora me la godo, non ho tempo per il rammarico».