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Sampdoria, Cantile: «Il doriano è sereno e passionale, il genoano invece…»
Il giornalista Matteo Cantile ha parlato della Sampdoria e della sua fede blucerchiata a pochi giorni dalla sfida contro lo Spezia
Il giornalista, Matteo Cantile, di fede blucerchiata ma di origini spezzine ha presentato la prossima sfida del Picco tra Spezia e Sampdoria. L’ex caporedattore di Samp Tv, ai taccuini di CittàDellaSpezia, ha fatto inoltre il punto sul campionato dei blucerchiati.
SCELTA – «Mai avrei pensato in quel 1985, quando ho deciso che la Sampdoria sarebbe stata la mia squadra e che l’avrei scelta per giocare al Subbuteo, di vivere una sfida tra i blucerchiati e la squadra della mia città. E invece, due mondi che mi sembravano lontanissimi, si stanno per incontrare».
DIFFERENZE – «C’è una certa fisiognomica del tifoso. Se sei cupo, sei genoano; se sei bello alto e biondo, sei sampdoriano. Scherzi a parte, i genovesi in generale mugugnano come tutti i liguri e sono orgogliosi della propria città e della propria storia. Il genoano è più spezzino da un certo punto di vista: polemico al massimo e sempre, un borbottio senza quiete. Il sampdoriano è più sereno, pur essendo passionale come gli altri tifosi. Ma è meno carico di quel pathos negativo tipico».
MANTOVANI – «L’era Mantovani ha indubbiamente cambiato i parametri di pensiero. I sampdoriani hanno fatto proprio lo stile Mantovani, nonostante oggi il club sia in mano ad un presidente che non c’entra niente con quel passato. E questo nonostante tantissimi tifosi blucerchiati di oggi non abbiano mai visto giocare Vialli e Mancini. Il tempo passa d’altra parte. Quando c’è stata Spezia-Genoa, parlando con alcuni colleghi mi sono accorto che ce n’erano parecchi che non avevano vissuto il campionato di serie C1 del 2006. Allora magari avevano dieci anni, ma nel frattempo ne sono passati quindici…».
SAMPDORIA – «Non direi. La Sampdoria come rosa non c’entra niente con la bassa classifica. A meno che non si suicidi calcisticamente, cosa che può sempre accadere in questo sport, non rischierà la retrocessione. Non ha forse la forza di puntare a qualcosa di più alto di una media classifica, ma ha calciatori validi: Adrien Silva, Candreva, Ekdal, Audero, Keita, Ramirez, Damsgaard (che è un fenomeno) e ovviamente Quagliarella finché c’è. Una squadra che non vale le prime sette, ma neanche le ultime cinque».
SPEZIA – «Lo Spezia è drammaticamente simile al Lecce dell’anno scorso sotto il punto di vista del gioco. Per i salentini un campionato di complimenti, poi la retrocessione. Io mi appello al club, che abbia la giusta lungimiranza proprio in questa fase. Mantenere la società in serie A significa dargli una dimensione nuova, tornare subito in serie B si conclude nell’aver fatto un giro di giostra nell’anno più brutto. Quello senza tifosi».
MERCATO – «Io farei questo ragionamento. Nzola vale già potenzialmente, diciamo, 12 milioni di euro. Avrà sicuramente mercato la prossima estate. Ecco, le entrate che prevedi di fare con lui a giugno devi usarle già oggi per rinforzare la squadra vista la forza economica della proprietà. Questo è il modo per garantirsi un secondo anno in Serie A con un tesoretto importante. Già preventivabile, ma da mettere dentro adesso. E’ la differenza tra una dirigenza lungimirante e una che vive alla giornata. Per la struttura odierna che ha lo Spezia, rimane complicato salvarsi. Non succederà più di subire trenta tiri in porta e vincere la partita come è successo a Napoli. Diciamo che ti sei ripreso ciò che avevi lasciato alla Lazio, una sconfitta immeritata, o al Parma».
TIFOSERIE – «Non so più interpretare bene gli umori della curva. Però devo dire che da parte sampdoriana non ci sarebbe nessun tipo di ostilità nei confronti degli spezzini. Il motivo è semplice: tutti quelli che non hanno in particolare simpatia il Genoa, sono amati dai sampdoriani. Da parte spezzina invece mi pare di aver registrato più freddezza o indifferenza, anche in occasione della festa promozione di questa estate».