Editoriale

E quindi uscimmo a riveder le stelle

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Nella difficoltà la Sampdoria si ritrova: Giampaolo cambia, la squadra lo segue. Resta l’incognita: in trasferta sapranno replicare?

Al triplice fischio di Sampdoria-Cagliari, la prima di quattro finali, due sentimenti si sono fatti largo prepotentemente: orgoglio e rimpianto. Una squadra rimaneggiata, con assenze in ruoli chiave, con scelte che – guardate prima dell’inizio sulla distinta – potevano sembrare azzardate e che invece si sono dimostrate vincenti, ha saputo portare a casa i tre punti divertendosi e divertendo. La Sampdoria convince e lo fa con la forza della determinazione, con la giusta intensità davanti a un avversario non irresistibile, ma con la voglia di chiudere, almeno in casa, con una prestazione che strizza l’occhio a quanto visto fare nel girone d’andata. Uno sguardo avanti e uno dietro sono necessari perché Atalanta, Milan e Fiorentina non sbagliano nulla, mantenendo invariata la distanza e rimandando alla prossima giornata i possibili sorpassi e agganci in classifica. La corsa per l’Europa va fatta sui rossoneri, ancora a distanza di tre punti, con la certezza di avere dalla nostra parte anche gli scontri diretti a favore contro Atalanta e Fiorentina.

La partita contro il Cagliari dà anche un responso importante che viene direttamente dal campo. Giampaolo, a ranghi ridotti, ritrova i suoi condottieri anche quelli che di recente sembravano più appannati: il trio polacco, sugli scudi per novanta minuti, spedisce un messaggio direttamente al commissario tecnico della nazionale Nawalka per il mondiale in Russia; Praet risponde presente e manda un segnale forte al tecnico doriano; la difesa ritrova i suoi tempi, con Andersen che si conferma un ottimo profilo in vista del prossimo campionato e Sala, in un ruolo non suo, sulla fascia opposta a quella del suo piede naturale che non fa rimpiangere Strinic o Regini, limitandosi a svolgere il compitino senza eccessive sbavature. Si sblocca anche Ramirez, uno dei più criticati ultimamente, con un gol che serve più al morale che al risultato, già sul 3-1. Tutto va parametrato, è giusto sottolinearlo, alla caratura dell’avversario, teoricamente salvo e mai veramente pericoloso al netto dei primi dieci minuti di gioco dopo l’intervallo. In ultimo, non per importanza, la gara contro il Cagliari ha visto protagonista Giampaolo con le sue scelte: meno immobilismo – cambia anche il modulo in corsa dal 4-3-1-2 al 4-3-3 nel secondo tempo – meno convinzioni radicate, sa fare di necessità virtù e vince.

Al contempo, è anche la partita dei rimpianti perché, sebbene la Sampdoria sia ancora in corsa per l’Europa League, tornano alla memoria quelle gare che la squadra blucerchiata avrebbe potuto vincere e invece sono state giocate con la metà della convinzione, della concentrazione e della concretezza dimostrata in campo ieri. Se fossero arrivate due vittorie contro Benevento e Crotone, partite dove i blucerchiati non sono pervenuti, oggi avremmo una classifica ancora più straordinaria con un piede ampiamente dentro la qualificazione europea. Il calendario non chiude la porta alla possibilità di fare almeno altri sei punti nelle tre gare che restano, con Sassuolo e Spal in trasferta e l’incognita Napoli dentro le mura del “Ferraris” che potrebbe decidere anche lo Scudetto. Le trasferte però restano il tallone d’Achille di questa bellissima realtà targata Giampaolo. Senza ripetere un ritornello ormai noto, il quesito resta sempre lo stesso: torneremo in campo con lo stesso spirito o, contro un avversario già in vacanza come il Sassuolo, cederemo nuovamente il passo agli avversari?

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