Editoriale
Carattere e costanza
Le tre vittorie consecutive nascondono altrettanti significati dell’atteggiamento della Sampdoria: l’editoriale sulla rimonta attuata ai danni del Bologna, prova di carattere e costanza
La terza vittoria consecutiva della Sampdoria è sicuramente la più sofferta, forse quella che però dà più gioia, in questo campionato, e che si lascerà ricordare per un bel po’. L’avversario, d’altronde, non è uno dei più simpatici, anzi: esultare contro il Bologna, soprattutto questo Bologna che già all’andata aveva avuto modo di farci recriminare sul risultato e sulle modalità della sconfitta, è un piacere immenso. Per come è maturata, poi, questa vittoria significa tanto e mette in campo tutta la forza che la squadra di Giampaolo riesce ad avere, nel momento del bisogno. Lo si legge nelle parole di Shick, che timidamente arriva in zona mista a fine partita con il suo fluente inglese e con il suo italiano stentato: mette un po’ in difficoltà i presenti, non esattamente avvezzi alla lingua anglosassone, ma fa emozionare per la sua semplicità dialettica e per la sua costanza in fase realizzativa. Si siede in panchina, senza recriminare nulla – come potrebbe, d’altronde, a quell’età? – e quando chiamato in causa riesce sempre a risolvere la gara. Il gol del 2 a 1, che arriva dal suo mancino, è preciso e praticamente imparabile per l’ex Da Costa, che già sul rigore di Muriel si era praticamente arreso al destino. Beffardo, tra l’altro, perché la massima punizione non c’era e la segnalazione, per una volta, ci viene in favore. Così come dice anche Pradé, però, non siamo soliti commentare gli episodi a sfavore, figurarsi quelli a favore: gioiamo e basta, senza ulteriori dietrologie.
SAMPDORIA FINALMENTE CONCRETA – La vittoria che arriva contro il Bologna, inoltre, potrebbe mettere a tacere alcune dicerie su una squadra non coriacea: al netto di qualche defezione e lacuna tecnica, che è purtroppo evidente in alcuni interpreti di questa Sampdoria, la costanza nell’attaccare e nel cercare degli spazi contro una squadra che ha difeso in undici dietro la linea della palla, si è vista e si è palesata per 90 minuti. Tant’è che dopo aver realizzato il rigore, soltanto una squadra lucida avrebbe potuto trovare il gol del 2 a 1 e poi, addirittura, quello che chiude la gara costringendo il Bologna all’autogol. È stata una dimostrazione di grande carattere, quella che non t’aspetti da una squadra giovane, da quegli interpreti che ancora danzano in bilico tra il mercato e il grande palcoscenico. Come lo stesso Torreira, autore anche stavolta di una partita maiuscola, più per palloni recuperati che per gioco impostato, e che a fine partita ha anche la forza di dire che lui vuole continuare a stare con questi tifosi e con questi colori indosso. Cozza molto con le dichiarazioni del suo agente, ma dopo una vittoria così c’è poco, a mio parere, da polemizzare: fa bene l’ex Pescara, perché bisogna stare uniti o comunque dare la parvenza di poterlo essere.
QUALI SONO GLI OBIETTIVI? – Le tre vittorie consecutive, infine, lasciano un piccolo amaro in bocca, perché la Sampdoria di Marco Giampaolo avrebbe potuto, a questo punto, svegliarsi un po’ prima e arrivare in una posizione nella parte sinistra della classifica ben più agiata di quella di adesso. Non voglio correre il rischio di puntare l’Atalanta, nonostante manchi un intero girone di ritorno, ma voglio osare nel dire che quei 12 punti mancanti potevano essere di meno. Ora il calendario ci arride e ci fa sentire il profumo di punti facili, con Cagliari, Palermo e Pescara, in attesa del derby, che è la finale che capita due volte all’anno e che sempre si aspetta, per vincerla. Togliersi qualche altra soddisfazione è d’obbligo, così come continuare così, magari con più Schick in campo e qualche domanda in più su Muriel: il cartellino l’ha timbrato, ma quante continua a sbagliarne lo sappiamo tutti, lui compreso.