Gli Ex

Sampdoria, Bazzani: «Tutino e Coda? per certi versi ricordano me e Flachi…»

Pubblicato

su

L’ex centravanti della Sampdoria ha rilasciato un’intervista a La Repubblica dove parla del Club blucerchiato e della classifica

L’anno è iniziato in salita per il Club di Matteo Manfredi, la Sampdoria, che doveva essere la favorita per la corsa verso la Serie A, ed ora annaspa in questa stagione in cadetteria. A sottolineare la condizione degli uomini di Sottil è l’ex bomber dei liguri Fabio Bazzani, protagonista di un’intervista di Repubblica dove si è parlato di Samp. Ecco le sue parole:

SULLA COPPIA D’ATTACCO: «Certamente che ricordano me e Flachi! Sopratutto la grande compatibilità dal punto di vista tecnico. Coda e Tutino non sono solo molto forti, ma si completano benissimo e si possono esaltare a vicenda, come era successo a noi. Del resto in B servono gol e attaccanti forti».

SULLE PUNTE: «Senza punte non vinci il campionato. Non bastano, però, da sole. Serve una struttura solida come quella costruita da Novellino, basata su qualità fondamentali per la categoria, mentalità, organizzazione, intensità e carattere».

SU CODA: «Cosa gli avrei invidiato? Ha grande consapevolezza e tranquillità che trasmette sempre la sensazione di sapere sempre cosa succeda in campo riuscendo di conseguenza a fare il movimento giusto. Può stare anche 15 minuti ai margini della gara, ma sa aspettare il momento, senza uscire dalla partita. Si comporta come un autentico “padrone della categoria”, non si innervosisce, annusa la situazione, non ha fretta, fa gol in tanti modi diversi, può contare su un repertorio veramente completo».

SU TUTINO: «Questa è la forza del binomio, è più esplosivo, va negli spazi, può partire dall’esterno. Ti ruba l’occhio per delle caratteristiche, insieme coprono tutto il repertorio, profondità, esperienza, abilità in area di rigore, conclusioni da fuori. Mi diventa difficile trovare un’altra coppia superiore in B per valore individuale».

SULLA COPPIA: «Con me e Francesco l’intesa è nata naturalmente, eravamo perfetti per stare insieme. Con il lavoro settimanale, i movimenti studiati e ripetuti tante volte si fa crescere l’intesa. A un certo punto, ci bastava uno sguardo per capire cosa volesse l’altro. Mi arrivava la palla e Francesco sapeva quando avvicinarsi oppure se andare in profondità. Per me era lo stesso. In base a come controllava la palla, sapevo se il cross sarebbe arrivato sul primo o sul secondo palo. È fondamentale scegliere bene, se prendi due giocatori che faticano a stare insieme per caratteristiche diventa difficile completarsi».

SULLE SENSAZIONI: «Tutto viene più facile, risparmiare energie fisiche e nervose. Hai solo dei vantaggi. Se hai la fortuna di avere anche una buona empatia, fai la corsa in più volentieri per il compagno. È un ulteriore valore aggiunto. L’entusiasmo è una qualità fondamentale per fare bene».

SUGLI ERRORI: «Bisogna pensare prima di tutto a fare il bene della squadra, l’attaccante vive per il gol ma non bisogna pensare solo alle soddisfazioni personali. La squadra deve essere messa davanti a tutto. Questo atteggiamento mentale è fondamentale e lo si vede in campo, non a parole. Il rettangolo verde smaschera tutto, è l’unica cosa che conta veramente».

SU PEDROLA: «Mi aveva colpito per le qualità nel dribbling e Sottil cercherà di schierare più attaccanti possibili per vincere le gare, ma serve equilibrio. Mi sembra che il nuovo tecnico stia lavorando per dare una forte identità a livello caratteriale, squadra tosta, a cui segni a fatica».

SULLA DIFESA: «Nel calcio attuale tutti devono essere diligenti anche nella fase difensiva, non possono esserci eccezioni. Non bisogna però dimenticare che devono determinare negli ultimi 30-40 metri e, qualche volta, devono anche avere la possibilità di rifiatare e un blocco compatto alle spalle diventa fondamentale».

SULLA BELLEZZA IN B: «Non conta essere belli, l’importante, senza perdere l’umiltà, è sentirsi forti».

Exit mobile version