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La Gazzetta dello Sport: «Sampdoria lasciata alla deriva. Perché?»

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Stefano Agresti, giornalista de La Gazzetta dello Sport, scrive un lungo attacco contro chi ha lasciato la Sampdoria alla deriva

Stefano Agresti, giornalista de La Gazzetta dello Sport, si scaglia contro chi ha lasciato la Sampdoria alla deriva. Le sue parole sulla Rosea.

CRISI «Mai più: quante volte l’abbiamo sentito? Mai più proprietari di club approssimativi, mai più campionati con società in evidente e grave crisi economica, sull’orlo del fallimento. Non succederà mai più, perché altrimenti si falsa il calcio. Invece ora tocca alla Sampdoria. Qualcuno si stupisce? Non scherziamo. Da un anno – da quando l’allora presidente Ferrero è stato arrestato con accuse pesantissime di carattere finanziario – è evidente che la situazione è diventata molto più che difficile: drammatica, potremo definirla. Eppure nessuno ha mai lanciato un grido d’allarme vero, forte, serio, quasi ci fosse il timore di turbare chissà chi».

FERRERO«Forse proprio Ferrero, il quale appena un paio di settimane fa ancora dichiarava di voler salvare la società non solo dal default, ma anche dalla B: “Servono almeno sei acquisti al mercato di gennaio”. Il pianista suona mentre il Titanic affonda. Il calcio ha assistito con distacco, quasi con disinteresse a quanto stava capitando a Genova, senza comprendere quanto fosse grave per tutto il movimento nonostante la Sampdoria sia una società storica, abbia vinto uno scudetto, abbia cresciuto ed esaltato il c.t. Mancini e tanti altri campioni».

INTERESSI«Qualcuno ha pensato probabilmente ai propri interessi personali: se la Sampdoria è ridotta così, è più semplice salvarsi per le altre concorrenti in bilico tra A e B. Altri magari saranno stati distratti dai propri, di guai. E le istituzioni non hanno attivato alcuna soluzione di emergenza. L’organigramma messo in piedi per gestire, guidato anche dalla passione, ha cercato di tamponare le falle, ma come si può costruire una squadra competitiva anche solo per lottare alla pari con le altre se i conti economici sono disastrati e se gli stessi calciatori non possono immaginare la Sampdoria come la società del proprio futuro?».

CESSIONE«I tifosi hanno provato a far sentire la loro voce. Inutilmente. La Sampdoria è andata avanti per un anno intero – l’arresto di Ferrero risale al 6 dicembre 2021 – sostenuta solo dalle voci su acquirenti più o meno ricchi, più o meno reali, comunque sempre svaniti nel nulla quando è arrivato il momento della verità. Quelli che si erano proposti sono stati respinti dall’allora proprietario del club, gli ultimi non si sono mai spinti fino in fondo alla trattativa: che preferiscano acquistarla a prezzo stracciato quando la fine è a un passo e la B è diventata realtà? Possibile».

CREDIBILITA’ – «La Serie A però non può permettersi di affrontare cinque mesi di campionato con una squadra che non ha società. Ne va delle credibilità del movimento, dell’attendibilità dei verdetti. Quale immagine trasmetteremmo all’estero, là dove già faticano a dare valore ai diritti televisivi del nostro calcio? L’auspicio di tutti deve essere quello di un passaggio di proprietà immediato, a dicembre, affinché ci sia tempo perché la Sampdoria affronti il mercato con la possibilità di intervenire. Per non trovarci di nuovo a dire, inutilmente, mai più».

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