2014

Samp-Milan, ex arbitri tornano sulle scelte contestate

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Gli episodi di domenica non sono andati ancora giù alla Samp e specialmente al suo presidente Edoardo Garrone. Il contatto Da Costa-Pazzini sul secondo gol rossonero, quello Eder-Amelia e infine l’espulsione di Maxi Lopez per proteste. Il primo a parlarne è Graziano Cesari, genovese Doc: «Difformità di giudizio, non c’è altra soluzione. Se Muntari si permette di mandare a quel paese l’arbitro, perché Maxi Lopez deve subire un trattamento diverso? – dice l’ex arbitro a “Il Corriere Mercantile” – C’è stato un chiaro condizionamento psicologico, le maglie erano di colore diverso e l’arbitro ha subito. Il secondo gol del Milan era da invalidare: il vero fallimento, però, sono i giudici di porta, che non si sono accorti di nulla. Per quanto riguarda l’uscita di Amelia, non si tratta di calcio di rigore: è intervenuto come un difensore».

Il secondo parere è quello di Paolo Casarin, famoso direttore di gara degli anni ’80: «Il secondo gol era senza dubbio da annullare, mentre il rigore che ha fatto tanto infuriare il pubblico e i tifosi blucerchiati non c’era assolutamente: Amelia è entrato sulla palla senza toccare l’uomo. Ciò che lascia sorpresi è la scelta di Doveri di considerare regolare l’impatto tra Pazzini e Da Costa: il braccio dell’attaccante milanista scontra con la mani tese del portiere doriano». Infine, sull’espulsione di Maxi Lopez per proteste reiterate: «A noi manca l’apporto delle parole – racconta Casarin – Obiettivamente sembra usare due pesi e due misure, ma bisognerebbe sapere davvero che cosa si sono detti».

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