2014
Samp Magazine – Fiorillo: «Obiettivo? Dare il massimo con la Samp»
I riflettori del “Samp Magazine”, questa settimana, sono tutti per lui, il Falco di Oregina: dopo la positiva prestazione di Catania, segnata da ottimi interventi, Fiorillo ha rilasciato un’intervista in cui sono stati toccati molti argomenti, dalle emozioni del ritorno da titolare in Serie A con la maglia della Samp allo splendido rapporto con i tifosi e con i compagni di squadra, passando per le sfide già disputate e quelle che rimagono ancora da giocare.
Trovare un posto da titolare nella squadra in cui si è cresciuti è sempre una grande soddifazione per tutti i giocatori: è così per Vincenzo che, con quel posto, può finalmente dimostrare tutto il suo potenziale, dopo una stagione vissuta dietro le quinte: «Provo una sensazione di grande gioia al pensiero di poter tornare a giocare sotto la Sud. Ho tanta voglia di dimostrare il mio valore: cercherò di fare del mio meglio, senza pensare troppo a quello che sarà domani. La stima che la gente nutre nei miei confronti? Credo di essermela meritata perché sono nato qui, sono l’unico genovese e sono sampdoriano. Per me indossare la fascia di capitano – ha rivelato – è stato un sogno di bambino che si è realizzato. E non lo dico tanto per dire: è la pura verità. Si tratta di un enorme motivo di orgoglio, ampliato dall’apprezzamento del mister e dei miei compagni. La sensazione è davvero bellissima e spero di poter portare quella fascia con maggiore costanza in futuro».
Una stagione da non-protagonista, la sua, che termina in un modo forse inaspettato: giocherà da qui alla fine tra i pali blucerchiati, prendendo il posto del brasiliano Da Costa, con l’obiettivo di dare il massimo, come d’altronde sempre fatto in tutte le sue apparizioni: «Non è stata facile, anzi. Quando non giochi non hai riscontri tecnici e tattici e non puoi nemmeno comprendere se sei migliorato o meno. Allenarsi sempre al massimo, con notevole intensità, può aiutarti a restare concentrato e aspettare il tuo turno con maggior serenità. Sinceramente non ho mai sperato che il mio collega incappasse in una squalifica o a maggior ragione in un infortunio: preferisco scendere in campo se me lo merito. Ed evidentemente, se ho avuto la mia prima opportunità a Catania, mi meritavo di aspettare. Non me la sento di puntare il dito addosso alla difesa – ha proseguito il portiere, analizzando ancora a Samp Magazine la prestazione della squadra in Sicilia – che tante volte ha permesso a noi portieri di fare una partita tranquilla. Ci sta che un estremo difensore faccia una serie di parate, del resto siamo lì a posta. Penso che a parte Gastaldello che è un veterano, tutti gli altri ragazzi del reparto arretrato, da De Silvestri a Regini, passando per Mustafi e Fornasier, abbiano fatto un campionato mostruoso sopperendo con bravura alla giovane età».
Il cammino della Sampdoria in campionato, con l’arrivo di Mihajlovic, ha cambiato decisamente rotta: sono stati conquistati i punti necessari per il raggiungimento della salvezza con prestazioni di alto livello da parte di tutti. Una squadra completamente trasformata, che è caduta quasi soltanto davanti alle “grandi”: «I risultati negativi sono arrivati in partite difficili: contro Lazio e Inter non abbiamo demeritato, contro il Catania potevamo fare certamente meglio ma non ci siamo riusciti. Adesso puntiamo a chiudere in bellezza il campionato: ci teniamo – ha spiegato, come si legge dalle pagine del magazine – ad arrivare più in alto possibile, per i tifosi, per la società e per noi stessi».
Obiettivo terminare sopra il Genoa in classifica? Per Fiorillo e compagni, questo non è il primo pensiero: «Sappiamo tutti quanto conti il derby a Genova e la supremazia cittadina è un’ulteriore sfida nella sfida. Ma noi, in questo momento, non ci pensiamo. Guardiamo in casa nostra e siamo concentrati per tornare presto alla vittoria di fronte al nostro pubblico».
E’ un gruppo molto affiatato, quello che si è andato a creare in casa blucerchiata: lo conferma Fiorillo che ha un ottimo rapporto con tutti i compagni, in special modo con Okaka: «La nostra amicizia nacque sette, otto anni fa nelle nazionali giovanili. Abbiamo trascorso insieme tanti mesi di ritiro e si sa che in questi momenti possono instaurarsi bellissimi rapporti. Con Stefano è accaduto così e sono felice di averlo ritrovato qui. Abbiamo storie simili: intorno a noi c’erano tante aspettative, poi ci sono stati alcuni stop inattesi e siamo stati accantonati. Entrambi però siamo riusciti a riemergere con le nostre forze, tornando a far parlare di noi in senso positivo. E’ anche per questo che quando segna lui la mia gioia è doppia».
Fiorillo-Da Costa-Falcone è un trio particolare, molto giovane, che lavora sodo a parte rispetto agli altri compagni: lo ha raccontato il Falco di Oregina, che si dice felice del gruppo: «Il nostro è un ruolo particolare: facciamo allenamenti a parte, siamo distaccati dalla squadra. Diciamo che formiamo un bel gruppo a sé in cui si cerca di consolarsi a vicenda, di sostenersi, di capirsi. Con Da Costa il rapporto dura dal 2010: ricordo che quando arrivò a Moena cercavo di dargli una mano visto che non se la cavava benissimo con l’italiano. Anche con Falcone andiamo molto d’accordo. Siamo tutti amici: la rivalità esiste in settimana, poi, una volta che il mister fa la sua scelta, remiamo tutti dalla stessa parte, tifando sempre uno per l’altro».
In conclusione di intervista non è mancato un giudizio sul proprio percorso di crescita, che lo ha visto girare spesso in prestito a fare giustamente le ossa, ed un pensiero sugli obiettivi per il futuro: «Ora mi sento un po’ più razionale anche se non ho avuto la fortuna necessaria e tante possibilità per poter dimostrare la mia crescita. Serve tempo ad un portiere, e serve continuità. Sul piano personale, della vita di tutti i giorni, ho fatto tesoro dei miei errori: se volevo provare a giocare ad alti livelli, dovevo crescere ed evitare determinati comportamenti. Ho dovuto recuperare terreno, è stato difficile – ha spiegato –, ma adesso è ancora più bello poter avere la testa giusta per non gettare al vento altre occasioni. Sfida con il Chievo? Contro i gialloblù sarà la prima volta da professionista. Ricordo che li affrontai in Primavera, quarto di finale del campionato 2007/08. Conservo un ricordo indelebile di quel periodo, ma onestamente si tratta del passato. Il mio obiettivo ora è uno soltanto: guardare avanti. Io credo ancora nelle mie qualità e tengo particolarmente a dimostrare a me stesso che avevo ragione: ho soltanto 24 anni, non sono giovanissimo ma nemmeno un anziano, soprattutto per il mestiere che faccio. E’ per questo che so di poter fare bene, e io voglio riuscirci – ha concluso – con questi colori».