2013

Sagramola: «Stadio? Ad ottobre nuovo passo. Il taglio dei costi…»

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Intervistato dal “Corriere Mercantile” nel suo ufficio societario, Rinaldo Sagramola traccia un bilancio di quanto fatto dalla Samp durante l’estate in sede di calciomercato e vede un futuro migliore. Innanzitutto, l’a.d. parla della lunga sessione di mercato appena conclusa: «Sul piano tecnico, sono soddisfatto delle scelte fatte, che hanno portato alla costruzione di una squadra già competitiva, come dimostrato dalle prime partite – esordisce il dirigente blucerchiato – e quindi in grado di raggiungere gli obiettivi indicati dalla proprietà». Sul profilo economico, invece, Sagramola mostra un’insoddisfazione evidente: «Purtroppo non sono riuscito a ridimensionare i costi di gestione nei termini auspicati – spiega l’attuale a.d. della Samp – fissati a 39,5 milioni e comprensivi di tutte le uscite, anche se la voce preponderante è quella del monte ingaggi. Il mancato passaggio da 50 a 35 milioni, con conseguente sforamento di 4,5 milioni, si deve all’esito negativo delle trattative per Maresca e Poulsen, mentre Juan Antonio – pur in prestito al Brescia – resta retributivamente in gran parte a nostro carico. Infine, non abbiamo raggiunto un accordo per la rescissione con lo staff tecnico sostituito nello scorso dicembre, sotto contratto fino al giugno 2014, per un onere complessivo di 2,5 milioni».

Snocciolati alcuni numeri, Sagramola spiega quali potrebbero essere le mosse invernali: «Alcuni mercati esteri sono ancora aperti – dice l’a.d. – L’ipotesi di rescissione poteva essere utile fino al 2 settembre, in funzione di un immediato tesseramento: ora occorrerrebbe comunque aspettare gennaio». Il d.s. Osti ha già spiegato la difficoltà del mercato delle serie inferiori, che porta all’impossibilità di piazzare i propri giocatori: «Non ci sono soldi, in un panorama di depauperamento complessivo del sistema – conferma Sagramola, alla Samp dal 2011 – Quasi sempre mandare in prestito un giocatore significa comunque continuare ad assumersene gli oneri retributivi. In più, il tetto salariale di 150mila euro della B, pur lodevole, complica i piani di una squadra di A». Inoltre, la situazione dei diritti tv – con la fine del contratto con Sky – necessita di una soluzione: «Non sappiamo cosa ci aspetti. Siamo alle prese con uscite certe, mentre le entrate potrebbero bruscamente contrarsi – spiega Sagramola – Non resta che attrezzarsi per ridefinire in senso generale e flessibile lo strumento del contratto di prestazione sportiva. Sul piano della società di cui rispondo, è vitale puntare a riequilibrare entrate ed uscite».

Oppure si potrebbero cercare nuove fonti di ricavo: «E’ una delle mie preoccupazioni, dovendo confrontarsi con realtà che fatturano quattro volte tanto. L’Udinese ha aperto il cantiere dello stadio, creando i presupposti per investire». Sulla questione stadio, Sagramola spiega la situazione: «Vogliamo arrivare a dotare la Sampdoria di una sua casa – sostiene l’a.d. – ed abbiamo affidato ad una società specializzata una ricerca di mercato, per definire la sostenibilità economica dell’operazione in relazione al quadro concreto prospettato dalle istituzioni. Entro ottobre, termine in cui contiamo di disporre del documento, avremo un altro confronto con il Comune per verificare le prospettive degli ulteriori passi da compiere». La chiusura è su un giudizio per la stagione che attende la Samp: «Abbiamo una squadra all’altezza dei programmi, in un campionato diviso come non mai in due tronconi: sette-otto squadre davanti, dodici-tredici a giocarsi la salvezza – chiude SagramolaSe le cose andranno bene, ci toglieremo qualche soddisfazione. Conto sul lavoro di Rossi e su alcuni giovani di prospettiva, come Gabbiadini, nonché su un gruppo solido e coeso».

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