2013
Rossi in conferenza: «Ci aspetta un campionato difficile, i tifosi ci sono vicini»
Domenica servono tre punti. Serve questo alla Sampdoria per riscattare la deludente prestazione dell’infrasettimanale di Verona, dove è mancata la reazione caratteriale della squadra una volta incassati i passivi. Delio Rossi è carico, vede il bicchiere mezzo pieno e punta sulla continuità di gioco e di risultati: «Un allenatore deve valutare la sua squadra al di là dei risultati, ma l’equilibrio nelle prestazioni. Forse a Verona, pur non essendo stati piattini in avanti, siamo stati ordinati anche se troppo scolastico. La partita a me non è dispiaciuta, poi perdi e quindi passa solo in cavalleria. Cerchiamo una continuità di risultati e di prestazioni. Siamo stati molto altalentanti ma siamo alla ricerca di questo».
Bilancio. Dopo dieci giornate di campionato è tempo di tracciare i primi bilanci: «Dopo 10 partite possiamo dire che il nostro campionato sarà difficile assieme a quello di altre squadre. Quest’anno in Serie A ci saranno due campionati, uno di vertice e l’altro dove gioceranno le altre squadre di rincalzo. Rinforzi a gennaio? Non ha senso parlarne adesso. Mancano nove partite alla fine del girone di andata. Bisogna migliorare questo organico che ho a disposizione. Sto pesando a quello che succederà tra tre giorni, che è una partita di una delicatezza estrema contro una diretta concorrente».
Modulo. Si cambia o non si cambia sistema di gioco? Il Rossi pensiero è più orientato a non stravolgere per l’ennesima volta la disposizione tattica della sua squadra: «Devo rendere le cose più semplici ai miei giocatori. Penso che abbiamo un sistema di gioco in cui posso inserire una breve variante ma non posso stravolgere le cose, soprattutto a distanza di tre giorni dalla precedente partita. Non siamo abituati a fare tre partite alla settiamana. Dipende da come vedrò dai giocatori oggi e domani».
Sassuolo. Si vuole dimenticare la sconfitta, tornando alla vittoria in una gara importante per la corsa salvezza: «Sapevamo che sarebbero state tre partite delicatissime: una l’abbiamo vinta (Atalanta, ndr), l’altra l’abbiamo persa (Verona, ndr) e l’ultima delle tre la dobbiamo giocare. Non è l’ultima partita di campionato e non penso sarà l’ultima spiaggia».
Scelte. Rossi non vede Krsticic pronto per essere spostato più avanti, nella posizione occupata nelle ultime partite da Bjarnason: «Non penso che in questo momento possa ricoprire quel ruolo». Su De Silvestri, invece, è rientrata la discussione tra l’esterno e l’allenatore: «Domenica tornerà titolare», precisa Rossi.
Gabbiadini. Periodo difficile per il bomber. Come venirne fuori?: «Ha fatto benissimo all’inizio e ora sta passando un periodo di appannamento. Può essere normale avere un po’ di alti e bassi però deve stare sereno sotto questo punto di vista. Le soluzioni sono due: o farlo giocare o farlo rifiatare un attimo. Valuteremo assieme».
Petagna. Può servire un giocatore con le sue doti fisiche dare “peso” all’attacco? «Prima veritcalazzavamo poco. Ora dobbiamo trovare il giusto equilibrio. Non esiste lanciare torppo. Tengo in considerazione Petagna ma è un ragazzo del 1995, che altri non fanno giocare neanche in Primavera».
Tifosi. Il calore – almeno dalla Gradinata Sud – non è mai mancato, anche secondo il mister di Rimini: «Devo essere sincero. Da quando sono arrivato la gente ci è sempre stata vicino. Non abbiamo fatto una campagna acquisti scintillante però nonostante tutto ci sono stati vicino e si sono stretti attorno alla squadra. Poi è normale che ci sia dissenso se la squadra non è stata all’altezza. Dico grazie per quello che sta facendo nei nostri confronti».
Daspo. Rossi ha anche una parola per i 93 tifosi blucerchiati colpiti dal provvedimento di Daspo, divieto di accesso alle manifestazioni sportive, da parte della Questura di Livorno: «Non mi fate fare il democristiano. Dovrei avere degli estremi per poterne parlare. Vedo che il calcio e tutto quello che ci gira attorno sta diventando molto complicato. Adesso ti devi iscrivere, dare generalità. Lo vedo complicato rispetto al passato. Ho già affrontato questo problema: se uno delinque, non delinque solo allo stadio ma anche fuori. Tutti sapete chi sono, la polizia, la società, i giornalisti. Solo che molte volte conviene tacere. Se uno ha l’indole ha l’indole sempre. Se uno viene allo stadio con la mazza e il coltello vuol dire che l’indole è quella di delinquere».
Presidente. «Il nostro presidente ci è vicino. Se non viene allo stadio ci sta vicino ugualmente. Siamo abiutati a dare più valore a chi fa rumore, anche perchè giornalisticamente conviene. Bisogna dare più credito a chi fa meno rumore e fa i fatti».