Gli Ex
Romero, tanto prestigio per nulla: esilio d’oro allo United
Avevamo lasciato Sergio Romero in viaggio per Manchester, ma l’ex Samp è in panchina allo United. Ora rischia il posto in nazionale
Ci è voluto un altro purgatorio, che si sta pian piano trasformando in un esilio dorato, ma volontario. E neanche un nuovo ct, il cambio di situazione in nazionale e il rischio di perdere il ruolo da numero 1 dell’Argentina smuovono Sergio Romero dalle sue convinzioni. Le stesse che gli hanno fatto dire qualche anno fa che la sua testa avesse fatto la differenza per mantenere il posto da titolare in nazionale argentina, nonostante le poche partite giocate con i club. Ora, però, la situazione sembra diametralmente peggiorata.
PASSATO BLUCERCHIATO – Il riassunto delle puntate precedenti sarebbe potuto essere un bel romanzo sulla riviera ligure: dopo la retrocessione in Serie B, l’allora d.s. Pasquale Sensibile porta a casa il colpo Romero, arrivato alla Samp dall’AZ Alkmaar, anche grazie all’intercessione dell’allora d.s. giallorosso Walter Sabatini (che invece punta su Maarten Stekelenburg, con risultati poco felici). Romero gioca ed è una delle colonne nei primi due anni di Doria, con tanto di promozione ed elezione a idolo dei tifosi. Poi qualcosa si rompe: il rinnovo non arriva e l’estremo difensore va in prestito al Monaco, dove Ranieri non lo vede e gli preferisce Subasic. Ciò nonostante, Romero si guadagna il Mondiale (perdendo la finale contro la Germania) e torna alla Samp voglioso di sfidare Viviano, non firmando il rinnovo. Per qualche partita – complice l’infortuno di Viviano – Romero fa vedere quello che sa fare, ma dura poco.
UNITED COME CELLA – La scelta di non prolungare con la Samp e proseguire la sua carriera con un triennale al Manchester United, sotto la guida di Louis van Gaal (l’uomo che l’ha lanciato all’AZ), poteva forse esser giusta. Tuttavia, uno snodo di mercato gli impedisce di cambiare la propria carriera: lo scambio de Gea-Keylor Navas con il Real Madrid naufraga nell’etere e in e-mail perse all’ultimo minuto. Il costaricense rimane a Madrid e vince la Champions, lo spagnolo – ripresosi dopo un primo anno negativo sotto Moyes – comincia a parare tutto e diventa fondamentale per il tecnico olandese. Per Romero ci sono appena 11 presenze, diventate cinque quest’anno sotto Mourinho. Rifiutata l’ipotesi Boca secondo l’argentino Telam, ora Edgardo Bauza – ct dell’Argentina – ha avvisato Romero di come potrebbe perdere il posto in nazionale. Ma nulla scalfisce il portiere, che vive in un mondo tutto suo e sembra più interessato ad altro. A oggi l’ex Samp è un uomo da 85 presenze e tre finali consecutive perse con l’Albiceleste, ma appena 36 partite giocate in quattro anni (di cui solo il 50% in campionato): alla fine ne è valsa la pena?