2014

Rizzo, blucerchiato doc: «Ho una grande occasione: sono motivato»

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Ventidue anni, genovese e blucerchiato, al ritorno dopo tanti anni in prestito. Dopo l’ottima stagione di Modena, Luca Rizzo non vede l’ora di darsi da fare per la sua Samp. Anche perché Novellino gli ha già detto qualcosa sulla realtà blucerchiata: «Lo conoscevo ma per età, ai suoi tempi, io ero molto lontano dalla prima squadra. Durante la scorsa stagione mi ha fatto più di una battuta sulla mia provenienza: è ancora legato alla Samp e non fa nulla per nasconderlo, credo che lo resterà per sempre. Ho imparato molto e spero di dimostrarlo. Prima di lui, avevo avuto i tecnici delle giovanili: dal povero Gabrielli a Tuttino, da Picasso a Poggi fino a Tufano».

L’IMPATTO CON MIHA – Ora c’è Sinisa Mihajlovic: «L’impatto è stato positivo. E’ s tato un calciatore ad altissimo livello e quindi ha molto da insegnarci anche sul piano dei segreti del mestiere. Sul piano tecnico è molto preparato e ha un ottimo staff: è estremamente professionale e determinato nel farci capire cosa vuole da noi, in funzione della squadra – commenta Rizzo a “Il Corriere Mercantile” -. Ma vengo dall’esperienza con un altro “martello” come Novellino, in più so che questa stagione può esser decisiva per la mia carriera: seguo il mister passo per passo».

VECCHI COMPAGNI E IDOLI – Intanto Rizzo ha ritrovato parecchi compagni delle giovanili: «Direi che sono uno degli ultimi a esser rientrato alla base. Nelle giovanili ho giocato con Tozzo, Obiang, Regini, Krsticic e Soriano: è stato bello ritrovarli qui. I miei compagni di allora sono perfettamente integrati con i “vecchi”, il gruppo è coeso e solido. Io sto cercando di inserirmi al meglio, mettendocela tutta: ho una grande occasione, sono entranto a far parte della Samp quando avevo dieci anni e quindi non potrei essere più motivato». Il modello da bambino: «C’era, basta non farci un titolo… Ero e sono tifoso della Samp, ma il mio idolo era Kakà. Questo non vuol dire che spero di diventare come lui, ma ho riscoperto ruoli come quello del trequartista. A Modena mi sono spesso adattato».

GERMANIA COME MODELLO – All’età di Rizzo, in Germania per esempio, si è titolari con anche presenze in nazionale alle spalle. In Italia è già tanto giocare in A: «Indubbiamente in altre realtà è più facile mettersi in mostra: da una parte c’è meno paura nel mandare in campo i giovani e dall’altra, sia nelle società che nei tifosi, c’è più pazienza nel sopportare oscillazioni di rendimento. A complicare le cose c’è la forte concorrenza straniera, che in aluni ruoli finisce per provocare effetti paradossali, come in U-21, dove molti titolari sono riserve nei loro club oppure giocano in B. Però è anche vero che la Samp è in controtendenza, l’età media del gruppo è bassa rispetto a quanto accade in altre squadre di A. So di esser parte di un programma e farò il possibile perché si realizzi».

FERRERO E MODENA – Qui a Bardonecchia il pensiero dei tifosi è sopratutto alle mosse del neo-presidente Ferrero: «Noi pensiamo solamente a lavorare per presentarci al meglio all’avvio di stagione, le vicende societarie non ci riguardano. Comunque il nuovo presidente ci ha voluto trasmettere grande entusiasmo, assicurandoci di voler portare la Samp in alto. Noi cercheremo di ripagarlo». L’ultima parola è per Novellino: «Spero che riesca il prossimo anno a centrare l’obiettivo che ci è sfuggito a giugno – chiude Rizzo -. Sarebbe bello ritrovarsi in A».

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