Editoriale
Risultato ingiusto e bugiardo: l’incubo è tra i pali
La Sampdoria cade, ingiustamente, contro un Milan modesto e domato per 90 minuti. La partita si decide con i portieri: da un lato uno che para tutto, dall’altro uno che con un blackout in dieci minuti regala una partita.
È stata una serata da incubo, inteso come un sogno dal quale vuoi svegliarti quanto prima. Lo è stato perché la Sampdoria ha facilmente dominato una partita per 90 minuti, per poi cadere sotto i colpi del Milan a causa di due errori che hanno rovinato la partita. Sulla carta affrontavamo una big, che ti punisce al primo errore, ma è evidente che il Milan affrontato ieri sera non è assolutamente la grande squadra degli anni trascorsi. Dall’evanescente Paquetà all’impalpabile Higuain, gli unici che hanno effettivamente creato problemi alla difesa blucerchiata sono stati Castillejo e Calhanoglu, che sono riusciti ad arrivare in porta grazie al loro movimento rapido e fulmineo. Per il resto davvero una prestazione mediocre, quella del Milan, venuto a Genova a giocare nella propria metà campo cercando la ripartenza. Merito anche del Doria, che ha schiacciato praticamente i rossoneri nella loro metà campo, facendo anche di necessità virtù: d’altronde la sostituzione che ha portato Jankto al posto di Linetty nei primi minuti della partita ha fatto solo che bene. L’ex Udinese è stato tra i migliori in campo, mettendoci grinta, corsa e tantissima qualità, più di quanto avrebbe potuto fare Linetty, giocatore più di sostanza. La partita era chiaramente dalla nostra e il risultato è terribilmente bugiardo.
È chiaro quindi che la partita è stata letteralmente cestinata da un’individualità da blackout, quella di Rafael. Non è facile scendere in campo una volta all’anno e sapere che in quell’occasione ci si gioca tutto, però questo è il ruolo del portiere: da solo, a giocare una partita quasi diversa da quella dei giocatori di movimento. Si è sempre parlato e raccontato di come Buffon era solito caricarsi ai tempi del Parma, isolandosi e parlando con se stesso per darsi più grinta e sostegno, e non si è mai nascosto che stare tra i pali è sicuramente un impegno non da poco: d’altronde al primo errore la tua squadra rischia di perdere. Certo è che le due disattenzioni costano davvero caro a Rafael e alla Sampdoria: se sull’1-0 del Milan la colpa può essere divisa a metà con Tonelli, che si è completamente dimenticato di Cutrone, entrato freschissimo contro i cento minuti del difensore blucerchiato, sul 2-0 non si può trovare nessun tipo di alibi. Restare a metà strada tra un’uscita e una permanenza tra i pali è quanto di più gravoso può compiere un portiere, che merita di essere punito con la rete. Com’è stato. L’errore sul retropassaggio, poi, è proprio la dimostrazione di come il ragazzo sia andato completamente in confusione.
Giampaolo l’ho visto mettersi una mano in volto, sorridere in maniera beffarda, quasi ad arrendersi al fato che lo ha punito, che ha punito tutti i blucerchiati. Non possiamo fare altrimenti noi, perché la partita andava vinta, era praticamente nostra e la differenza l’hanno fatta solo i portieri: da un lato Reina che ha parato qualsiasi cosa, dalle palle che danzavano sulla linea ai colpi di prima intenzione da posizione ravvicinata, come quello di Kownacki, dall’altro un portiere che dopo una partita sufficiente ha deciso di spegnere il cervello, smetterla di concentrarsi e prendere due gol sugli unici due affondi avversari. Un vero peccato, perché di vedere quasi tutti gli undici giocare così bene quest’anno era capitato poche volte, a partire dalla difesa, che non ci dà motivo di critiche nemmeno a cercarle col lanternino. Anzi, salviamo la prestazione e le individualità: Murru ha fatto una partita maiuscola, figlia di una crescita incredibile che lo sta accompagnando dallo scorso anno, così come anche Sala, che si sta gradualmente mettendo alle spalle tutte le critiche che si è preso anche dal sottoscritto lo scorso anno. Forse l’unico sottotono è stato Praet, autore di una prestazione infelice e che, a conti fatti, non è riuscito a battere un calcio d’angolo pericoloso nemmeno a pregarlo.
Resta la prestazione, insomma, resta il fatto di aver tenuto testa al Milan dopo averlo fatto anche con la Juventus, nonostante la sosta, che quasi non si è fatta sentire. Serve mantenere questo grado di concentrazione e serve andare a Firenze con questa stessa grinta e voglia di fare, per continuare quanto di buono è stato fatto in campionato fino a ora. Se la Coppa Italia, che rappresenta sempre l’obiettivo annuale non dichiarato, ci è stata tolta dalle mani, almeno andiamoci a prendere l’Europa. Vincere col Milan ci avrebbe proiettato verso il Napoli (o il Sassuolo) in un momento di piena del campionato, il che probabilmente significava arrendersi ancor prima di scendere in campo, con un turnover infelice, ma più importante ci avrebbe dato consapevolezza, molta più grinta e una soddisfazione importante di essere ai quarti di finale di Coppa Italia. Avremo modo di rifarci, sicuramente, prendendoci la rivincita in campionato, dove il Milan dovrà essere battuto, per dimostrare che l’Europa la meritiamo noi. Non loro.