2014
Rimedio: «Giocare a calcio non faceva per me, sono affezionato alla Samp»
Dalle prime esperienze sul campo, alla Rai. Alberto Rimedio, quarantaduenne giornalita Rai, oggi nuovo telecronista della Nazionale, ha un passato – non troppo felice – da calciatore. E forse non tutti sanno che un tempo indossò pure la casacca numero 10 della Primavera blucerchiata. «Ma proprio al Doria – racconta il giornalista – mi accorsi di non avere le doti per emergere ad alto livello e non mi interessava, per carattere, fare una carriera da semipro. Quindi preferii proseguire gli studi e cominciare a lavorare nel giornalismo».
Una carriera breve quella di Alberto, cominciata nella sua Roma e culminata nella chiamata del club campione d’Italia in carica: «Avevo già giocato un paio d’anno nella Berretti della Roma e all’Olimpia Celano in C2, quando arrivò la chiamata da Genova accettai con entusiasmo, la Sampdoria aveva appena vinto lo scudetto e quindi era il massimo possibile. Purtroppo fui io a rendermi conto, in quel campionato Primavera nella squadra che aveva Soncini in panchina, di non essere in grado di poter fare il professionista al livello che avrei sperato. Ero una mezzala sinistra, giocavo con il numero 10, emblema delle mie ambizioni. Ho avuto la fortuna di poter rimanere nel calcio, in un altro ruolo».
Una Primavera piuttosto sfortunata: furono altri i giovani a fare carriera: «Bellucci e Amoruso, così come Sereni, erano più giovani di me un paio d’anni, erano ancora negli Allievi, ma come me vivevano all’Hotel Lux a Nervi, con il Flora di Bogliasco una delle due strutture che facevano da convitto per noi ragazzi del vivaio. Sono rimasto in ottimi rapporti, anche per via della mia professione, proprio con Amoruso, oltre che con Roberto Bucchioni che avrebbe avuto una breve e poco fortunata esperienza in prima squadra, Luca Puccinelli che adesso fa il procuratore e ha portato Diamanti e Gilardino in Cina, Piero Ferraresso che era il nostro capitano e ha fatto una discreta carriera nelle serie minori. Ma della mia squadra, purtroppo non è emerso nessuno ad alto livello».
Tutto sommato, si può dire che il periodo alla Sampdoria abbia dato una certa svolta alla carriera dell’ex calciatore oggi giornalista. Sulle pagine del Corriere Mercantile di oggi, il giornalista definisce così il suo legame coi colori più belli: «Non posso dire tifoso, ma certo affezionato a una società che mi aveva dato una grande opportunità, che non sono stato all’altezza di sfruttare».