Ricky Tognazzi e quell'amicizia speciale: «Ferrero? Un uomo sincero» - Samp News 24
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2014

Ricky Tognazzi e quell’amicizia speciale: «Ferrero? Un uomo sincero»

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Tra la partita contro il Torino e il derby contro il Genoa, Ricky Tognazzi sembra essere una presenza fissa nei momenti importanti della vita di Massimo Ferrero in quanto presidente della Samp. Sia alla prima vittoria da numero uno blucerchiato che alla prima gioia nel derby, l’attore c’era. Ed è proprio lui a raccontare come si sono conosciuti con Er Viperetta: «Siamo diventati amici più o meno quarant’anni fa, ci conosciamo da ragazzi. Lavoravamo nello stesso ambiente, il cinema, io ero un giovane assistente alla regia con Pupi Avati, lui era nella segreteria di produzione». Tognazzi ricorda come si parli del periodo tra il 1973 e il 1974.

Un’amicizia di lunga data, ma la scintilla è scattata più avanti: «Massimo dopo ha lavorato con Giovanni Bertolucci, io andavo avanti per la mia strada. Ci siamo incontrati spesso, abbiamo fatto parecchi film insieme, e i film nel nostro mondo sono occasioni proprio per ritrovarsi. Intanto io ero diventato prima aiuto poi regista, lui un organizzatore e un produttore. Adesso che fa il presidente di una squadra di calcio, il suo presidente è diventato Sinisa Mihajlovic». A Genova Ferrero è un personaggio per lo meno particolare: «A me fa ridere e da tanti anni, è un uomo sincero senza peli sulla lingua, insieme abbiamo lavorato una ventina di volte da quando, appunto, io ero assistente volontario fino alla fiction “Il papa buono” diretta da me, prodotta da Ferrero. Il protagonista era Bob Hopkins perché lui ha sempre mirato in alto».

Magari ci sono qualità che Ferrero non ha fatto ancora intravedere: «Mette nel suo lavoro amore, rispetto delle professionalità altrui, viene incontro alle tue esigenze cercando di fare tutto quello che può: per me ha scritturato Bob Hopkins, per Simona, mia moglie, e un suo film ha comperato una canzone di Janis Joplin». Ha fatto piacere anche vedere l’incontro di Ferrero con Giovanna Romanato, la tifosa blucerchiata che vive in un polmone d’acciaio: «Ero appena arrivato a Genova, Massimo mi dice: “Io vado a trovare una signora, mi accompagni?” – racconta Tognazzi all’edizione genovese de “La Repubblica” –. E poi in macchina mi ha raccontato la storia di Giovanna».

Ci si chiede anche da chi provenga l’idea di soprannominarlo Er Viperetta: «C’è chi dice Monica Vitti, chi uno scenografo che lui aveva trattato male, ma viperetta in fondo è affettuoso, non è vipera o, peggio, biscia. Viperetta è pungente come Massimo». Magari a Genova un personaggio come Ferrero può esser visto come troppo estroverso, a volte pacchiano: «Lui è ricco di pregi e difetti, come tutti, ma, mi chiedo, se va in campo a festeggiare, che male c’è’? L’hanno massacrato anche per le scarpe bicolori, saranno pure fatti suoi o no? Non capisco bene. Che sia una persona così, spontanea, che si diverte intorno al mondo del calcio, mi pare sano, poi un po’ si è esibito, un po’ ci fa; di sicuro non è un grande esperto del settore».

Per l’imprenditore Ferrero ci sono stati diversi alti e bassi, come per molti che lavorano in questo campo. Ma Tognazzi non si scompone e risponde deciso: «Nel mondo del calcio, se mai, è in buona compagnia».

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