2013

Renan: «Saudade? Macché!»

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Intervistato dal quotidiano Il Secolo XIX, Renan Fernandes Garcia dimostra di non conoscere la saudade, a dispetto di molti suoi connazionali. Un mese fa il giocatore era in Brasile, a Bahia, assieme alla sua famiglia. Dal mare alla montagna, dal Brasile all’Italia. Da Bahia a Bardonecchia: ma il centrocampista ex Cluj, non ha affatto nostalgia di casa: «Sono in Europa da anni. Ho persino superato la prova Romania, col Cluj ho giocato certe partite vicino all’Ucraina a -20°!». Renan ed Eder, proprio per il loro essere nel vecchio continente da tanti anni, ormai si sono abituati alla lontananza da casa, a dispetto di altri ex calciatori conosciuti in carriera: «Conosciamo ragazzi che giocavano con noi, hanno provato a venire in Europa e ora hanno mollato tutto. Calcio compreso. Lavorano in ufficio. Dipende dal carattere, anche se spesso la saudade ha un altro nome, amore. Se la fidanzata resta in Brasile, è dura».

Smentito quindi il mito della saudade, che non si abbatterebbe indistintamente su tutti i brasiliani, Renan si appresta a fare altrettanto con altri due cliché: la scuola calcio della spiaggia e i campioni delle favelas: «Il Brasile è grande. Tanti calciatori vengono da famiglie normali, come me, altri da postri dove non ci sono le favelas. Tanti, è vero, arrivano da realtà povere, cito Adriano per tutti. E ognuno, in una maniera diversa, ha fatto sacrifici per il calcio – spiega il centrocampista doriano, che continua – Penso che la scuola dei ragazzini brasiliani ora sia il calcio a 5. Anch’io ho imparato così. Ma il richiamo della spiaggia è forte».

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