2013

Renan: «Mi basterebbe un minuto. Rossi mi ha detto…»

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Della sua intervista al Secolo XIX, vi avevamo già proposto un estratto. Ecco l’altro spezzone di ciò che Renan Fernandes Garcia ha detto ai microfoni della testata genovese:

Ma non sarebbe stato meglio per lei nel mercato di gennaio andare in prestito per giocare?
Il mio procuratore, la società si sono mossi per trovare una soluzione. Ma non è stata trovata. Ho ricevuto, è vero, un paio di richieste dalla serie B, Livorno e Cesena. Li ringrazio, ma ho rifiutato. Non per mancanza di rispetto verso quelle società, ma perché ritengo di aver già dato tanto in B. L’anno scorso con la Samp, in Spagna al Celta Vigo, in Brasile al Fortalera. La mia mentalità si spinge sempre in avanti. Mi sento capace di ritagliarmi il mio spazio in A e voglio dimostrarlo. Chiarisco anche che qui a Genova mi trovo benissimo, non ho mai avuto nessun problema con la società e i tifosi mi trattano benissimo. 

Domenica è stato l’unico non convocato per Napoli.
Lo so…non posso dire di esserci rimasto bene. Io penso a fare il 100%, poi come ha detto Rossi, da quando c’è lui non ci sono più gerarchie. Oggi non sono una delle prime scelte, vista così può sembrare anzi che sia la settima, ma domani chissà. Dipende da me. È normale che psicologicamente mi senta un po’ sotto pressione. Ma l’importante è la chiarezza e Rossi è stato cguaro con me. Non mi ha detto “non giocherai mai” ma “si riparte da zero”.

In allenamento, tra l’altro, si nota spesso Rossi parlare con lei.
Sì, questo da un lato mi dà fiducia, dall’altro mi fa migliorare. Qualche giorno fa ho letto un’intervista a Poulsen, ha detto che giocare anche cinque minuti è stato fondamentale per lui, perché ha toccato con mano la fiducia dell’allenatore. Ecco, il mio obiettivo deve essere quello di farmi trovare pronto per la mia occasione, quella che potrebbe arrivare. Fosse solamente un minuto. Non posso concedermi rimpianti.

Il suo nome resterà per sempre legato alla cavalcata promozione.
Una delle stagioni più belle della mia carriera. Adesso mi sembra tre anni che non gioco. Mi manca da impazzire la partita, a volte mi sembra di avere un braccio in meno. Però questa è la mia vita, il mio lavoro. Pensavo di essere più protagonista. Ho 26 anni, domani non so dove sarò, ma devo trovare la forza per giocar. Spero di tornare presto, più forte di prima. Non mollo. Perché per motivi diversi si può mollare a 38 anni e si molla quando si muore… e non posso mollare nemmeno per i miei genitori. Mia mamma ha lavorato 20 anni da casalinga, ha fatto sacrifici per consentire a me e a mio fratello di seguire le nostre inclinazioni. Non posso mollare.

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