2013

Regini: «Contento di esser qui, voglio dare il meglio»

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Vasco Regini, dopo due stagioni ad Empoli a buoni livelli, è tornato alla Samp. Il ragazzo si è unito al ritiro di Bardonecchia, dopo averne disputati molti altri, senza però mai finirli: «Venni in ritiro con Del Neri, Di Carlo e Atzori, pur partendo subito dopo in prestito. Lo scorso anno, invece, ero dall’inizio ad Empoli – racconta il ragazzo al “Corriere Mercantile” – perciò per me è la prima volta a Bardonecchia». Con tre ritiri iniziati, qualche ricordo di quelle esperienze è rimasto nel ragazzo: «Ero uno di quelli aggregati dalle giovanili, per noi l’importante era fare esperienza. L’impatto con il mio primo ritiro da adulto è stato buono – prosegue Regini – il gruppo mi ha accolto benissimo. Ora sono pronto a far fruttare ciò che ho imparato in questi anni».

Proprio l’ultima stagione ha consacrato Regini come uno dei pezzi pregiati della Samp: «Sono riuscito ad esprimermi al meglio, specie dopo lo spostamento da esterno a centrale, visto che ho giocato tutte le partite da titolare – racconta il ragazzo, 23 anni compiuti – ma so perfettamente che la Serie A è un’altra cosa: sarà dura, ma cercherò di essere all’altezza». C’è chi, come Regini, è tornato volentieri, e c’è chi, come Zaza, è andato via: «Entrambi veniamo dal vivaio Samp, sebbene io sia più vecchio di lui di un anno. Ci ho giocato contro due volte e mi è piaciuto, ha grandi prospettive – sentenzia il difensore blucerchiato – ma per lui vale il mio stesso discorso: fare bene in B non porta automaticamente lo stesso successo in A».

Nelle partitelle di Empoli, invece, Regini s’è l’è vista con Maccarone: «E’ una persona straordinaria, anche fuori dal campo: non esser riuscito a far bene con la Samp resterà il cruccio della sua carriera – confessa Regini, compagno di “Big Mac” per una stagione e mezza – la scorsa stagione, con i suoi gol, ci ha quasi portato in A. Meriterebbe di giocare ancora in A». Sui giocatori che l’hanno impegnato di più, Regini è chiaro: «Paulinho e Cacia, ma anche Zaza. Tuttavia, avere Tavano e Maccarone come compagni di squadra è stato sicuramente un vantaggio». La piazza di Empoli è stata fondamentale per la sua crescita: «La serenità che c’è attorno alla squadra ed il metodo di lavoro della società, che permette ai giovani di lavorare al meglio, sono le chiavi del successo – prosegue Regini, due anni ad Empoliinoltre, i dirigenti vedono lungo e difficilmente sbagliano i giocatori».

I modelli, per Regini, sono stati diversi: «Quando giocavo a sinistra, avrei voluto diventare come Zambrotta. Il miglior centrale che ho visto, invece, è Thiago Silva: un extraterrestre». Adesso, il suo mister è un conterraneo di Romagna: «Mi ha parlato appena sono arrivato, è molto in gamba e si dedica moltissimo al lavoro – dice Regini – crede nel merito e sono pronto a conquistare la sua fiducia». Un altro romagnolo in squadra è Pozzi: «Io e Pozzi siamo cresciuti a meno di duecento metri di distanza, giocavamo in piazza insieme – racconta Regini, che conosce l’attaccante da molto tempo – poi lui è esploso al Cesena e per anni ci siamo persi. E’ stato bello ritrovarci qui. Ha avuto finora una carriera inferiore al suo talento, ma ha grandissimi colpi e può essere importante».

Il difensore accoglie anche il suo nuovo compagno di squadra, già conosciuto in nazionale, ovvero Manolo Gabbiadini: «Ha una grande facilità di tiro e un sinistro straordinario. Inoltre credo che abbia enormi margini di miglioramento; all’Europeo mi ha impressionato». Come, del resto, è stato impressionante anche lo stesso difensore: «Grande esperienza. Peccato per la finale, ma la Spagna era troppo forte». Una bella rivincita in A sarebbe un buon modo di ripartire, magari per andare in nazionale maggiore: «Presto per sperarlo. Tempo al tempo, però».

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