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Il mental coach Re si fida di Ferrero: «Non ha sbagliato un colpo»
Roberto Re ripercorre il suo percorso da tifoso blucerchiato. Su Ferrero non ha dubbi: «Non sta sbagliando nulla»
Il mental coach Roberto Re, intervistato da SampTv, ripercorre la sua fede blucerchiata. La Sampdoria è una passione che segue anche da Dubai, dove ora vive: «Sono Sampdoriano da sempre, mi occupo di formazione e sono conosciuto per aver scritto alcuni libri dei successo nel settore, come ad esempio “L’identità di te stesso”. La passione per la Sampdoria l’ho ereditata da mio padre, meno male perché mia mamma era genoana: ho preso dalla parte giusta della famiglia. Il primo ricordo che ho è di quando avevo 14 anni, abitavo a Marassi alta, scendevo e venivo in gradinata. Era la Sampdoria prima di Mantovani. Ho iniziato a svolgere il mio lavoro quando ero giovanissimo, sono entrato nel settore a 21 e sono stato costretto ad allontanarmi da Genova. Per gli appuntamenti importanti non sono mai mancato, come a Wembley. Mi trovavo a Livorno per lavoro, alle due di notte partii per venire a Genova, dato che alle cinque avrei avuto il volo per Londra, è stata l’esperienza più bella. L’essermi allontanato da Genova ha rafforzato le mie radici. Ora vivo a Dubai e con amici abbiamo fondato il Sampdoria Club Dubai».
«Quanto torno in Italia trovo sempre una scusa per venire a vedere la Sampdoria: tra le varie nicchie della mia attività c’è quella di preparatore mentale. Ho lavorato con lo staff di Mancini, all’epoca della Lazio e con il team di Delneri nell’anno della Champions. Ho incontrato Macini da professionista, ma era il mio idolo di gioventù, avevo la sua maglia i suoi poster, insomma trovarmelo davanti è stato particolare. Ero nel mio ruolo da professionista, ma una parte di me avrebbe voluto fargli fare l’autografo sul braccio. In una squadra di calcio la differenza la fa la società, noi abbiamo avuto Paolo Mantovani che ha insegnato che quando c’è un tipo di leadership tutto segue. Ferrero è un presidente atipico dalle idee molto chiare, il calcio è un business e lui ha le idee chiare sul fatto che devono arrivare degli utili e per ora non ha sbagliato un colpo. Sta gestendo tutto da imprenditore. L’augurio è che la Sampdoria continui a farci divertire con un bello spettacolo, l’importante comunque è far soffrire quelli là che sono sempre sotto».