Hanno Detto
Ranieri: «Italia, divertiti. Inghilterra? Sono tornati i leoni»
Claudio Ranieri, ex tecnico della Sampdoria, ha fatto il punto sugli scontri dei quarti di finale di EURO 2020
Claudio Ranieri, ex tecnico della Sampdoria, ha fatto il punto sugli scontri dei quarti di finale di EURO 2020: le sue dichiarazioni.
BELGIO ITALIA – «La sfida più aperta dei quarti è proprio la nostra, Belgio-Italia: la numero 1 del ranking Fifa contro la squadra che ha mostrato il miglior calcio di questo Europeo. Le classifiche sono importanti, poi c’è la realtà. Una nazionale di campioni contro una formazione in ascesa che ha sorpreso per la bellezza del suo gioco, non solo all’interno dei nostri confini. Contro l’Austria, l’Italia si è trovata in difficoltà, ma ha saputo fare blocco e reagire: sono processi di crescita che aiutano un gruppo a migliorare. Il Belgio ha nella compattezza la sua forza. I difensori non sono veloci e allora Martinez ha stretto le linee, per aiutare la fase di copertura e di filtro. Poi ci sono il braccio, la mente e aggiungo anche la poesia. De Bruyne è la mente. Lukaku che sta disputando uno splendido europeo è il braccio. La poesia è Hazard. Un fuoriclasse e un ragazzo d’oro al quale sono particolarmente legato per quel gol che realizzò al Tottenham cinque anni fa, permettendo al mio Leicester di diventare campione d’Inghilterra. Quando andai a trovare Sarri al Chelsea, lo ringraziai e ci mettemmo a ridere. Eden possiede una dote particolare: ha ancora lo spirito di un calciatore di strada. L’Italia deve puntare sulle sue doti: quelle che Mancini ha inserito nel chip del giocatori. Ovvero: divertiamoci, pressiamo alti e quando non è possibile, compattiamoci e ripartiamo. Non si può pensare di andare all’assalto senza fare i conti con la contraerea dell’avversario. Difendere in certe situazioni non è una scelta, ma una necessità e bisogna essere pratici. Ecco perché è importante sapere soffrire, ma quest’Italia ha dimostrato un copione definito: velocità d’esecuzione, arginare il pressing avversario con il palleggio, ripartire per linee verticali. Contro il Belgio sarà importante la fase di studio per intravedere qualche autostrada tra le linee e affondare i colpi. Comunque vada, voglio dire che l’Italia ha mostrato il miglior calcio. Per continuità e minutaggio di bellezza siamo stati i più bravi».
SVIZZERA SPAGNA – «Gara intrigante. La Spagna si è ritrovata dopo una partenza complicata legata anche alla questione Covid. Luis Enrique ha avuto il merito di insistere con Morata e Alvaro l’ha ripagato. I giovani hanno preso fiducia e ora la Spagna fa paura. Non so se questi giocatori ripeteranno gli Xavi e gli Iniesta, ma c’è molta qualità. Hanno il telecomando ai piedi. La Spagna in alcuni momenti contro la Croazia è stata spettacolare e mi è piaciuta la reazione nei supplementari. Petkovic lo abbiamo scoperto ai tempi della Lazio. Sta svolgendo un splendido lavoro. La Spagna è favorita, ma non sempre i favoriti hanno ragione. La Svizzera ha conquistato i quarti dimostrando contro la Francia di possedere doti importanti. Mi ha impressionato Xhaka, che conosco dai tempi dell’Arsenal: metronomo di personalità. Seferovic stava da noi, lo abbiamo lasciato andare. Non so come siano andate le cose, ma mi sento di dire che in Italia prendiamo i ragazzi dall’estero, li inseriamo in un calcio dove la tattica impera e spesso non diamo loro il tempo di assorbire la cultura di un nuovo paese. Da una parte vogliamo puntare sui giovani, ma appena le cose vanno male li escludiamo. Questa Svizzera poggia su basi solide: nel 2009 vinse il mondiale Under 17. Mi ha fatto piacere vedere l’entusiasmo della gente a Zurigo, Ginevra, Berna, con i caroselli delle auto. Tutto il mondo è paese. E la forza del calcio è impressionante».
REPUBBLICA CECA DANIMARCA – «La Danimarca ci ha dato un grande spavento con Eriksen, poi ha mostrato un calcio bello, allegro, spumeggiante. Un mix tra forza atletica e qualità. La reazione allo schock Eriksen è stata di enorme personalità. Dall’altra parte c’è una nazionale che ha una storia alle spalle e che nei grandi tornei ha regalato risultati straordinari. La Cecoslovacchia fu campione d’Europa nel 1976 e finalista in due mondiali, 1934 e 1962. Nell’ultimo decennio, la Repubblica Ceca ha attraversato un processo di ricostruzione, ma ora sta tornando al top. E’ trascinata da Schick, ai livelli che avevo intravisto nei mesi trascorsi a Roma. Mi ero fatto di lui l’idea di un fiore che doveva ancora sbocciare. Il mio obiettivo tecnico era vedere insieme Schick e Dzeko insieme. Ero convinto che la cosa potesse funzionare perché lui, in realtà, ama fare la seconda punta e muoversi con una certa libertà. Non riuscivo a capire perché il tandem con Dzeko non riuscisse a rendere sul campo. I gol di questo europeo gli stanno dando sicurezza».
UCRAINA INGHILTERRA – «Sull’Inghilterra possiamo dire mille cose. I leoni sono tornati leoni. Il calcio è tornato a casa. Sterling sta facendo il fenomeno. Il mio Harry Kane finalmente ha segnato. Se passano questa, gli inglesi tornano a Londra e sono i favoriti per sollevare il trofeo. Sarebbe bello una finale Inghilterra-Italia: è l’augurio che ho espresso nella video chat con gli allenatori della Premier. L’Ucraina ha invece una grande forza in questa partita: non ha nulla da perdere. Può giocare in piena serenità. E nel calcio è un’enorme risorsa».