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Ranieri non teme l’Inter: «Ma servirà una Sampdoria perfetta»

Avatar di Emanuele Pagliano Migliardi

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Inter-Sampdoria, la conferenza stampa di Ranieri: «Servirà una partita perfetta, lotteremo fino all’ultimo. Yoshida? Potrebbe giocare»

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Dopo la batosta casalinga contro la Fiorentina, per la Sampdoria è tempo di affrontare un’altra sfida ostica e tentare l’impresa a San Siro contro l’Inter per rimanere a galla. Il tecnico blucerchiato Claudio Ranieri ha presentato la sfida in conferenza stampa: «La squadra reagisce ogni volta. È stata una partita nata male. Dobbiamo archiviarla subito perché ora arriva l’Inter, sarà una partita difficile, tosta».

«Tanti sbalzi? Non è un problema di mentalità. Eravamo partiti con il piede giusto, è un’annata di alti e bassi. La nostra forza deve essere il giusto equilibrio. Mai esaltarsi e mai deprimersi. Sarà una battaglia fino all’ultima partita, dovremo essere compatti». Ranieri torna poi sulla gara di domenica sera: «Servirà una Sampdoria perfetta, con voglia di aiutarsi, di saper attaccare, difendere. Loro sono una squadra che fa molto movimento, hanno grandi saltatori. Sappiamo che forza sono».

«Da quando sono qua, la squadra ha sempre reagito bene. Dal primo giorno l’ho vista sempre bene. Il risultato è importante, ma noi non ci siamo arresi. Anche sul 5-0, contro la Fiorentina, abbiamo voluto comunque segnare. Siamo preparati ai momenti difficoltà, lo sappiamo da sempre. Dobbiamo solo stare uniti ed aiutarci. Domenica non pensavo che saremmo riusciti a segnare, ci sono quelle partite in cui pensi di non riuscire a segnare nemmeno con le mani. Eppure un gol siamo riusciti a farlo».

«Eriksen ha fatto gol ieri? Non è un problema, se diventa un problema chiudiamo con il calcio. È un giocatore fortissimo, ha una visione di gioco incredibile. Loro hanno tutto da perdere? Sì, è vero. Perdere a San Siro ci può stare, bisogna vedere come: noi non ci arrenderemo e scenderemo in campo per lottare fino alla fine. La Sampdoria non è stanca, sul 5-0 poteva sembrare così, ma lì sono subentrati fattori psicologici. Contro l’Inter – prosegue Ranieri – dovremo fare una partita perfetta, super concentrati, attenti, compatti. Solo non subendo gol possiamo pensare di uscire da San Siro facendo punti».

Sulle vicende societarie, il tecnico doriano non mette bocca: «Noi pensiamo solo a fare il nostro lavoro in campo. Le voci societarie non ci devono preoccupare. Noi siamo quelli che scendiamo in campo e dobbiamo rendere conto ai tifosi sotto l’aspetto calcistico. Noi non ascoltiamo le voci extra-campo, a noi bruciano gli autogol e i rigori».

A San Siro potrebbe fare il suo esordio Maya Yoshida: «Io devo trarre le conclusioni alla fine, ma potrebbe giocare. Potrei giocare a specchio e mettermi a tre dietro. Devo tirare le somme e vedere tutti gli aspetti di questa gara. Tonelli? Si è allenato da solo ieri perché ha avuto un problemino». I difensori avranno l’arduo compito di badare a Lukaku e Lautaro Martinez: «Come si fermano? Con le catene – scherza Ranieri – spostandogli il pallone, bloccandogli i rifornimenti».

«Parlo molto alla squadra. Ci sono annate che nascono in questa maniera. Non abbiamo mai fatto gol nei primi 15 minuti, ne abbiamo subiti. Magari l’anno prossimo sarà diverso. Spero che da qui alla fine le cose possano cambiare. Depaoli? A me piace molto. Ha una frequenza di passo notevole ha buona tecnica, velocità. Su di lui punto molto».

«Pessimismo? È insito nel doriano, probabilmente, questo spaventarsi ma perché ci mette tutto il cuore. Lotteremo fino all’ultimo, siamo sempre dentro le sabbie mobili e io non mi sono mai sentito fuori da questa lotta. Non siamo già retrocessi: finisse ora saremo salvi», ricorda il tecnico romano.

Un’ultima battuta sulle critiche rivolte ad Emil Audero, che Ranieri ha difeso a spada tratta: «Nessuno dei compagni dà addosso ad Audero. Quando si prendono tanti gol è normale che la colpa sia del portiere. Io sono dalla sua parte. Deve reagire, è giovane. Deve avere autostima, deve reagire. Ha vissuto momenti d’oro, questo è un momento importante per lui, perché si sente sotto esame. Deve sapere che ha ottime qualità, mi piaceva anche prima di arrivare alla Sampdoria. Deve sentirsi amato e coccolato dal pubblico e sarà lui a tirarci fuori dalle sabbie mobili».

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