Hanno Detto
Sampdoria, Ramirez: «Ferrero mi ha chiamato. Ritorno? Se devo, lo farò»
Sampdoria, Gaston Ramirez crede al ritorno in blucerchiato: le dichiarazioni del trequartista uruguaiano
Gaston Ramirez parla da vero leader. Quasi da capitano della Sampdoria, pur non essendolo e non vestendo più la maglia blucerchiata. Il trequartista è in odore di ritorno e non vede l’ora di poter dare una mano: le sue parole a Il Secolo XIX.
PERIODO DI VITA – «È molto diverso da quello al quale ero abituato. Ma siccome sono un positivo, ha i suoi lati positivi. Ad esempio ho la fortuna di potere trascorrere molto più tempo con i miei bambini. Con la mia famiglia ci siamo fermati a vivere in Liguria, a Pieve e stiamo davvero bene. E poi mi alleno per farmi trovare pronto per quello che arriverà in futuro. Spero il prima possibile».
ALLENAMENTI – «Da solo, in un campetto vicino a casa. Seguendo le schede che mi invia dall’Uruguay un preparatore atletivo, Marcelo Giarrusso. Mentalmente non è facile allenarsi da soli. Sedute di due o tre ore, tanti chilometri da percorrere anche ad alta intensità. E pochissimo pallone, quasi niente. Non è certo come lavorare in una squadra, nel contesto di un gruppo, torelli e partitelle. Con in testa la partita successiva. Per me ora la partita successiva non c’è. Ma sono consapevole di non poter mollare, non posso permettermelo. Devo dare il massimo per stare fisicamente al meglio ed essere felice».
CONDIZIONE – «Mi sento bene. Il lavoro che sto portando avanti è costruttivo. La mia sensazione è che non ci vorranno più di due settimane. Nei giorni scorsi avevo anche avuto un contatto con l’Entella, per vedere se potevo allenarmi con loro. Poi adesso qualcosa si potrebbe muovere per me, quindi preferisco aspettare».
FERRERO – «Mi ha chiamato settimana scorsa. Spero che siamo a buon punto. Sto aspettando la telefonata finale. Se il presidente ritiene che io possa ancora dare qualcosa alla Sampdoria, sono qui».
CONTRATTO – «Non penso ci siano problemi. A me basta giocare e guadagnarmi qualcosa sul campo. Giocando. Non ho chiesto nessuna garanzia, la garanzia sono io. Se mi proporrà un contratto fino a giugno? Va bene, sarà fino a giugno. Non c’è bisogno di parlare tanto».
TRASFERIMENTI MANCATI – «Monza sì, ma c’è un problema sulla quota extracomunitari. Il Torino si era fatto vivo poi non più. Ho avuto anche altri contatti negli ultimi tempi, ma niente di approfondito. E poi ripeto, vorrei restare a giocare in Italia».
SAMPDORIA – «In passato abbiamo vissuto momenti anche di peggiori. Quando è arrivato Ranieri, ad esempio, eravamo messi molto male, in classifica e a livello di fiducia, ma ne siamo usciti. E le qualità per uscirne ci sono anche adesso. BIsogna ritrovare la tranquillità per lavorare serenamente. C’è un grande portiere, difensori che difendono bene, centrocampisti forti e attaccanti abituati a segnare».
D’AVERSA – «L’ho sentito, per un saluto. Niente di ufficiale».
COMPAGNI – «Non ho mai smesso di sentirli. Mi sento benvoluto… si dice così? Da loro, dai tifosi della Sampdoria, da chi lavora in società, dall’ambiente. Ho trascorso quattro anni bellissimi con la maglia blucerchiata».
RITORNO – «Sono fiducioso, sempre. Da quando gioco a calcio ho sempre creduto in quello che stavo facendo. E ho dato il massimo. Sarei felicissimo di tornare. Poi c’è una parte delle vicende della vita che si può governare meno. Se devo tornare alla Sampdoria, tornerò. Altrimenti, non tornerò».