2012
Da avversari domenica ad attori in un film: la storia di Ferrara e Montella
Ciro Ferrara e Vincenzo Montella hanno molte cose in comune: dalle origini campane ad allenare insieme in serie A sfidandosi domenica, fino ad essere stati compagni in Nazionale ma anche in carcere per copione. Si proprio così. Era il 2002 quando Vincenzo Salemme li chiamò a recitare, insieme ad un altro napoletano, Fabio Cannavaro, nel film Volesse il Cielo, interpretando il ruolo di detenuti che diventano protagonisti di una partita di calcetto contro alcuni poliziotti, riempiendoli di goal.
Nella scena in questione, il tecnico viola esulta dopo le reti mimando l’Aeroplanino, come nei tempi migliori. Abbraccia i compagni e ascolta Ferrara che a fine gara dice: «Guagliò, li abbiamo fatti neri». Montella risponde: «Se non era per me…». Interviene Cannavaro: «Se non era per lui? Manco se avesse vinto lo scudetto». E l’ex attaccante risponde: «Guardate che non ho fatto carriera per un pelo». E via cosi, fino ad un diverbio tra Cannavaro e Montella, sedato proprio da Ferrara.
Chi si è divertito a vederli recitare è stato Salemme, il regista campano che ha risposto al Corriere Fiorentino, ricordando simpaticamente le riprese del film e non solo.
Salemme, ci dica la verità. Alla fine chi si è dimostrato più portato per la recitazione. Montella o Ferrara?
«Ciro in effetti è molto tagliato per il cinema, ha talento, è spontaneo. Vincenzino però ha una faccia… pazzesca, da film. Come volto, ipoteticamente, starebbe bene in un film come C’era una volta l’America».
Le ricorda qualche attore in particolare?
«Vincenzo ha una faccia pulita, sempre come volto potrebbe essere avvicinato all’Andy Garcia del Padrino».
Ma come le venne in mente l’idea di far recitare proprio Montella e Ferrara?
«Sono napoletani come me, li conosco da una vita. Anzi, direi proprio che per me sono due fratellini. E spesso dicevo dentro di me che mi sarebbe piaciuto coinvolgerli in qualche mio film. Gliel’ho proposto, si sono messi subito a disposizione e durante le riprese si sono anche divertiti. Ridevano da pazzi e forse erano anche un po’ emozionati. Hanno recitato per amicizia ed è stato pure un omaggio alla loro bravura. All’inizio la loro presenza non era prevista in questo modo, ma poi in corso d’opera mi è sembrato opportuno farli giocare a calcio. Sono felice, è stato fantastico. E non c’è stato neanche bisogno di ripetere le scene».
E ora che effetto le fa vederli allenatori?
«Sono bravi, mi piacciono entrambi, ma non mi faccia dire per chi tifo. Potrei sbilanciarmi solo se di mezzo ci fosse il mio Napoli».
Una piccola predilezione però ce l’ha? In fondo sappiamo che di Montella è molto amico…
«Alt, a Firenze vorrebbero che dicessi che sono per Montella e per i viola, ma non voglio fare un torto a nessuno. Sono troppo affezionato ad entrambi. Vinca il più forte».
Comunque si aspettava di vedere Montella così bravo anche in panchina?
«Certamente. Anche nel recente passato aveva dimostrato di avere stoffa. Ma è bravo anche Ferrara: entrambi sono persone intelligenti, che faranno molta strada. Ciro è più espansivo e solare, Vincenzo più malinconico. Ma la sua Fiorentina fa divertire parecchio».
Recentemente ha sentito Montella al telefono?
«Ci siamo dati appuntamento ad Empoli, dove lui è spesso di casa. Il tredici dicembre sarò lì per il mio spettacolo, Il Diavolo custode. Ma se non sarà possibile, ci vedremo sicuramente a Firenze a febbraio per il mio show».
Tra un paio di mesi tra l’altro sarà più chiara anche la lotta scudetto. Se dovesse esserci un clamoroso testa a testa per il titolo tra il Napoli e la Fiorentina, che direbbe a Montella?
«Non avrei dubbi: “Vincenzì, devi arrivare secondo”. Ve l’ho detto: il Napoli è il Napoli…».