2014

Punto d’oro, ma c’è tanto da lavorare

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Una “X” da tenersi stretta, anzi strettissima. Parto da qui nell’analizzare Palermo-Sampdoria, e qui potrei pure fermarmi. La zampata di Gastaldello nel recupero al Barbera valsa l’1 a 1 toglie tanti patemi (guai li togliesse tutti) e premia una squadra ancora confusa, sotto ritmo per l’intera gara e con diversi elementi insufficienti. Ma la premia, e qualcosa vorrà pur dire. In parallello dal match esce fuori un Palermo punito allo scadere e che in fondo, il gol del pari, ha meritato di incassarlo: perché se gli uomini di Mihajlovic sono apparsi rinunciatari per larghi tratti dei 90 minuti altrettanto si può dire del gruppo di Iachini, forte peraltro della superiorità numerica per oltre metà gara. Sciagurato Regini, nell’occasione, ma certo pure fiscalissimo Tommasi. Anche lui non arriva alla sufficienza.
 
È la sintesi di un pari brutto e giusto. Un pari importante perché arrivato in dieci e in trasferta, su questo non ci piove. Dunque si può essere felici? Io penso di sì, anzi è necessario esserlo per come si erano messe le cose. Si può essere soddisfatti, aggiungo? Io penso di no. Perché le cose si erano messe male solo per colpa della Samp, non certo per merito di un Palermo a dirla tutta decisamente mediocre. E allora il buon Iachini resta comunque una sorta di “bestia nera” blucerchiata: contro di lui in gare ufficiali zero vittorie al cospetto, negli anni, di Chievo, Brescia, Siena e ora Palermo. Ma lo schiaffo stavolta l’ha preso Beppe. Punto e a capo. 
 
Di certo per Mihajlovic e la squadra la pausa ora cade a fagiolo. Risultato e qualche singolo a parte infatti c’è molto da buttare dopo la trasferta siciliana. Da salvare Gastaldello (non brillante, il gol però è manna dal cielo), Eder e Okaka a tratti e poco altro. Nel poco ci infilo Silvestre, fuori condizione ma capace di mostrare carattere ed esperienza. E in mezzo collocherei pure Viviano affiancato dalla voce “non giudicabile” (impossibile fermare il piazzato di Dybala, poi Palermo da “Chi l’ha visto?”). Tante, invece, le note negative che folle sarebbe non sottolineare. In primis il ritmo e il carattere del gruppo: sottotono entrambi al pari del gioco. In parallelo la confusione dei singoli: malissimo Regini, male la linea mediana, molto male (e non è la prima volta, purtroppo) Sansone dal primo minuto. In questo senso l’abbondanza, da qui al Torino, potrà aiutare il tecnico: cambiare troppo non giova mai, ma ad oggi Gabbiadini è insostituibile (se non ci fosse il mancino perché non Fedato?). Senza contare i tanti interni in mezzo, al fine di creare quella “concorrenza proficua” che permetta di alzare i ritmi. E qui non serve un guru del calcio per fare i nomi di Marchionni e Duncan.
 
Insomma la Sampdoria può e deve crescere. Mihajlovic ha correttamente alzato l’asticella, nelle intenzioni, dopo il mercato. Sul campo deve ancora farlo. Il tempo c’è, sia chiaro, ed è per questo che si può pensare positivo ma senza sedersi. Nel mentre il punto di Palermo è giusto goderselo tutto. 
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