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Rinnovo ad hoc per Praet: «Accordi precisi per il futuro»
Praet sul rinnovo con la Sampdoria: «Ho un bel contratto, con accordi precisi per il futuro». Emergono attriti con l’Anderlecht: «Alcune persone giocheranno sempre un certo ruolo»
Dopo settimane di trattative e di mancati accordi, a dicembre Dennis Praet ha finalmente prolungato il proprio contratto con la Sampdoria. Il centrocampista belga, fra i blucerchiati più richiesti sul mercato, è legato al club di Corte Lambruschini fino al 2023: «Se non avessi firmato, la prossima estate mi sarebbe rimasto solo un altro anno di contratto, e poi sarei potuto partire per una cifra inferiore. Io sono molto felice alla Sampdoria. Mi piace vivere e giocare lì – ha spiegato a hln.be – mi sento importante e giochiamo un bel calcio. Prolungare il mio contratto è stata una soluzione che ha portato vantaggi a entrambi. La dirigenza è stata molto corretta con me: ho un salario più alto e ci sono accordi precisi per il futuro».
Fra le novità del contratto recentemente siglato, l’eliminazione di una pesante clausola rescissoria: «Non c’è più ma, come ho detto, sono stati presi degli accordi chiari. Preferirei non approfondire l’argomento. Certamente rimane l’intenzione di fare un passo in avanti, purché sia quello giusto. Sia per me che per la Sampdoria». Da ormai più di due anni all’ombra della Lanterna, a Praet è capitato anche di indossare la fascia di capitano: «Sì, se Quagliarella, Regini e Barreto non giocano (ride, ndr). Però è comunque una sensazione speciale. Mi conoscete, non sono un grande capitano e non lo sarò mai, cerco solo di prendermi la mia responsabilità sul campo. Chiedere la palla, non nascondermi, gestire la squadra e aprire varchi per la manovra offensiva».
Praet sembra essersi ormai ambientato alla grande in Italia, e adesso anche la sua fidanzata si è trasferita stabilmente a Genova: «L’anno scorso ha imparato in maniera intensiva l’italiano e ora ha trovato lavoro, dà lezioni di ginnastica e fa la babysitter. A Genova ci sentiamo a casa, conosciamo l’intera regione dall’interno e dall’esterno. Penso che sia importante continuare a scoprire cose nuove, si fanno esperienze fantastiche in questo modo». La tragedia del ponte Morandi lo ha colpito profondamente: «Ero in shock. Ero a casa quando ho ricevuto il messaggio dal nostro Team Manager. “Il ponte è crollato”. Quando ho accesso la TV, sono rimasto sconvolto. Non lo percorrevo molto spesso, era dall’altro parte della città, ma mi sono sentito strano. Ero sempre così felice quando lo attraversavamo e mi sentivo sicuro, ci ero passato proprio una settimana prima del disastro… Samp e Genoa sono andate insieme ai funerali di Stato. È stato un momento difficile, ma allo stesso tempo è stato bello vedere come due squadre abbiano messo da parte la rivalità per stare accanto alle vittime».
Dopo aver perso la chance di partecipare agli ultimi Mondiali, Praet è stato finalmente convocato dalla Nazionale belga ad ottobre scorso: «Non ci ho mai realmente messo il cuore sopra. Pensavo tra me e me di aver raggiunto un certo livello e che avrei meritato una chance, ma se il ct ottiene buoni risultati con una determinata rosa è giusto che io aspetti il mio turno. Sono stato un grande tifoso del Belgio ai Mondiali e sono contento di essere rientrato nella Nazionale dopo l’estate. Certo, perché De Bruyne e Dembélé erano infortunati, ma spero che rimarrò comunque. Farò di tutto per questo obiettivo».
Sulla crisi e gli scandali che hanno colpito il calcio belga recentemente, Praet non batte ciglio e avanza un’analisi drammaticamente lucida: «Non posso dire di essere sorpreso. Da calciatore senti un sacco di storie: “Quell’autista prende soldi per i trasferimenti”, “Quell’agente è coinvolto in affari loschi”, cose così. E onestamente credo che accada più in Belgio che in altri paesi. Era chiaro che stava per succedere qualcosa, e penso perfino che sia stata una buona cosa che la bomba sia scoppiata. Ora tutto può essere ripulito. In generale, penso che sia sbagliato il sistema secondo cui i club debbano pagare percentuali agli agenti. È un mondo sporco – ammette – tipico di un ambiente in cui girano tanti soldi, ma è un peccato che gli affari loschi prendano il sopravvento su cosa sia realmente il calcio. Spero che adesso agenti e società abbiano più timore di fare certe cose».
Il rendimento dell’Anderlecht, la sua ex squadra, è calato molto ultimamente, ma Praet non sembra curarsene: «Non mi interessa molto. So che Marc Coucke ha preso la società e che Arnsen è il direttore sportivo. Seguirò un po’ di notizie, ma non sono più emotivamente coinvolto». Emergono anche alcuni attriti, specialmente con l’ex allenatore Herman Van Holsbeeck, che mise i bastoni tra le ruoti per un suo trasferimento alla Samp: «Non mi ha reso la vita facile e dopo il mio addio ho sentito cose non belle. Non ne voglio più parlare, dico solo che non è stato il club il problema, ma certe persone. Che continueranno a giocare un determinato ruolo».
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