2013
Pozzi: «La mia storia dice che devo aspettare il momento giusto»
È ritornato a casa sua dopo l’esperienza, poco fortunata, con la maglia del Siena, dove ha collezionato solamente tre presenze a causa dei soliti problemi fisici che lo attanagliano. Stiamo parlando di Nicola Pozzi, che anche quest’anno è pronto a lavorare e a sacrificarsi pur di indossare i colori più belli del mondo.
Non parte come titolare, ma l’attaccante di Santarcangelo di Romagna è abituato a lottare per ritagliarsi uno spazio all’interno della rosa, anche perché, finora, per fortuna, non ha subito nessun tipo d’infortunio e a rivelare le sue condizioni ci pensa lui stesso: «Tutto bene. Ho fatto un buon ritiro e mi sento di essere arrivato già in una buona condizione all’inizio della stagione», ha dichiarato il blucerchiato ai taccuini de “Il Secolo XIX”.
La voglia di mettersi in gioco c’è e lo si nota anche dalla serietà con cui il ragazzo si presenta agli allenamenti durante la settimana: «Arrivo sempre un’ora, un’ora e mezzo in anticipo per prepararmi bene – rivela “Nick” – Sono anche uno degli ultimi ad andarmene, ma questo storicamente. Ne approfitto per ringraziare lo staff fisioterapico che mi dà, ci dà, la massima disponibilità per preparare ogni seduta nei minimi dettagli».
Durante la settimana ha lavorato insieme ai compagni che non sono partiti per la Nazionale, per una partita importantissima, che si giocherà domenica 15 settembre sul prato del “L. Ferraris”, il Derby della Lanterna: «Se spero di giocarlo? Ovvio. La risposta è, sono a disposizione. Dovrò comunque cercare di aspettare il mio momento perché è la mia storia a dirmi questo».
Ha ragione Pozzi, la sua storia ha sempre lo stesso leitmotiv: aspettare il momento giusto e saperne approfittare: «Sì, la solita. Mi dice che nessuno mi ha mai regalato niente che mi sono dovuto conquistare ogni singola presenza – spiega il numero 9 blucerchiato – .Però è anche bello così, sapere di essersi conquistato ogni minuto con il sacrificio e il lavoro. E poi le scelte sono da sempre competenza dell’allenatore. Perché la cosa più importante è la Sampdoria, non è Nicola Pozzi. Non è nessun altro anche se è normale che a star fuori si soffre. L’atteggiamento costruttivo e trasformare la sofferenza in qualcosa di positivo qualcosa cioè che non possa influenzare negativamente il gruppo o anche un singolo compagno».
Parole importanti e piene di riconoscenza per la Sampdoria, per quei colori cui “Nick” ha sempre dato molto e vorrà continuare a dare. Un amore verso la maglia, ma anche verso i tifosi blucerchiati, che lo hanno sempre sostenuto, anche nei momenti difficili, perché nessuno ha dimenticato ciò che ha fatto in Serie B due anni fa: 32 presenze e 20 gol, che hanno permesso alla Sampdoria di ritornare dove merita, in Serie A: «La sensazione che ho io – conclude Pozzi – è che ho avuto tanto, ma nello stesso tempo ho dato tanto. Questo mi fa stare bene con me stesso. Mi sento a posto con la mia coscienza che però mi dice anche che in fin dei conti ho solamente 27 anni e che quindi ho ancora tanto davanti da conquistarmi. Ho 27 anni e 200 presenze da professionista e sogno di raddoppiarle. So che curando ancora di più i minimi dettagli posso farcela. Perché poi quando si parla di Pozzi si parla tanto di infortuni, ma l’altro giorno per curiosità sono andato a cercare la mia pagina su “Wikipedia” e ho letto le presenze stagionali: 28, 22, 30, 30, 24. Escludendo l’infortunio al ginocchio di Empoli e i problemi al polpaccio della seconda parte dello scorso campionato ci sono sempre stato. Altre assenze sono state dovute a scelte tecniche, come quando sono arrivato a Genova ad esempio e c’erano Cassano e Pazzini…».