2014
Piovaccari sfida il Real e ricorda: «Alla Samp scartato in sei mesi»
Da Genova a Brescia, passando per Novara e Grosseto, arrivando infine prima a Bucarest e poi nella provincia basca. A trent’anni Federico Piovaccari gioca in Liga e per l’Eibar, in prestito dalla Samp. E il centravanti di Gallarate non si è mai fatto problemi a muoversi in giro per l’Italia e per l’Europa: «Sono uno che va dove credono in lui, che non fa storie, che prova ad adattarsi e a integrarsi rapidamente nella realtà locale. Nel 2013 a Grosseto, giocavo in B di fronte a 1000 spettatori, un anno fa ero a Stamford Bridge contro il Chelsea di Mourinho con la Steaua, oggi aspetto il Madrid campione d’Europa in uno stadio da 5000 persone rappresentando un paese da 27mila abitanti».
EIBAR – Il tragitto per Eibar è semplice: «Tecnicamente solo in macchina, siamo tra Bilbao e San Sebastian. Calcisticamente con un’offerta che mi ha convinto. In estate ero a Sadabell a casa dei genitori di mia moglie e casualmente mi era caduto l’occhio sulla promozione dell’Eibar. Incuriosito, ho chiesto a mio suocero che mi ha raccontato un po’ di cose – dice Piovaccari a “La Gazzetta dello Sport” -. Qualche tempo dopo è arrivata la proposta. Alla Samp non avevo spazio, quindi ho accettato la proposta: sono sposato da otto anni con una catalana, prima o poi era destino che finissi in Spagna». E stasera il Pifferaio affronterà il Real Madrid.
SAMP, CHANCE MAI AVUTA – Sulla Liga e la sua percezione: «È come la si vede da fuori. Ci sono gli squadroni e poi gli altri. E i piccoli – noi compresi – che provano sempre a giocarsela. Ci si difende, ma non c’è il catenaccio che c’è da noi, e la cosa si nota». La favola dell’Eibar in Liga è cominciata con sette giocatori della formazione titolare che erano presenti anche nell’ultima stagione in terza serie due anni fa: «E i sette sono ancora titolari fissi. Testimonianza diretta, viva, di una mentalità diversa: fa capire che anche un giocatore di C può giocare in Liga. In Italia è difficile giocarsi le proprie carte». E il pensiero corre alla Samp: «Sono arrivato alla Sampdoria e in sei mesi sono stato scartato, non ho avuto un’altra possibilità».