Piovaccari: «Se rimarrò a gennaio? Attendo. In Romania sto bene» - Samp News 24
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2013

Piovaccari: «Se rimarrò a gennaio? Attendo. In Romania sto bene»

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Ha segnato a raffica, ma la sua avventura pare arrivata ai titoli di coda: Federico Piovaccari è stato bene a Bucarest, ma sembra finita. Dieci gol in venti gare e la società rumena non pare intenzionata a riscattarlo a causa del suo esoso ingaggio. Piovaccari può tornare alla Samp, anche se di passaggio: «Questo non lo so, a Bucarest mi trovo benissimo. Qui mi hanno dato fiducia e spazio: ne parleremo più avanti». Fuori dalla Champions e dalla Europa, la delusione è parziale: «Per me tuttora è un sogno che si avvera: me lo sono costruito e penso meritato». E pensare che alla Samp segnava poco e non convinceva: «Mi piacerebbe che ve lo domandaste anche voi a Genova. Non sarà che in Italia non si dà tempo a nessuno?». Quindi è mancata la pazienza: «Io non ho mai dato colpe a nessuno tranne che a me stesso, però in Italia fai venti gol subito o non vali nulla – dice il “Pifferaio” – Non interessa magari sapere che un giocatore in quel momento non può dare il massimo perché non sta bene».

Quindi a Genova è stato così: «Certo, appena arrivato mi sono fatto male alla caviglia e me lo sono trascinato per oltre un anno e mezzo tra infiltrazioni e cure – racconta il giocatore della Steaua, in prestito dalla Samp – Dopo Grosseto, è finito il calvario ed eccomi qui in Romania e in Champions a segnare. Strano, vero?». Quindi non c’è possibilità di ritorno: «Vedremo. Io sono della Samp e la Steaua leggo che non può riscattarmi – risponde a “Il Secolo XIX” – Li capisco, qui girano meno soldi, i nostri ingaggi sono un lusso per loro. Qui, quelli bravi prendono 200-250mila euro (lui dalla Samp ne prende 700mila netti l’anno, ndr). Ma tenete conto che un operaio prende meno di 400 euro e un biglietto dello stadio costa due-tre euro. Però poi giochi davanti a 50mila spettatori ed è calcio vero». Con il presidente Becali non c’è stato ancora un incrocio: «Leggo che mi stima, onestamente non l’ho mai incontrato: lui è ancora in carcere, ma ci tiene moltissimo alla squadra». Forse deluso dall’eliminazione in Champions: «Lo siamo tutti, poteva andare meglio – risponde Piovaccari – Il Basilea ha battuto il Chelsea, potevamo farlo pure noi. Ora lottiamo per la coppa rumena e lo scudetto, che garantirà un’altra partecipazione alla Champions del 2014».

A gennaio, però, Piovaccari potrebbe lasciare tutto: «Direi che fino a giugno resto qui, voglio vincere il campionato. Il futuro non dipende solo da me». Con la Samp il rapporto è tutto sommato buono: «Io sono stato e sono ancora onorato di essere della Sampdoria – risponde deciso il centravanti di Gallarate – il mio rammarico è che a me un’altra occasione non me l’hanno data. Mi hanno detto che volevano ringiovanire la rosa e tanti saluti Piovaccari…». Forse l’Italia lo considera già vecchio: «E’ l’Italia del calcio che ragiona così. Un ’84 è un vecchietto, a meno che non abbia dieci anni da capocannoniere alle spalle – conferma l’attaccante italiano – Non è un caso se i nostri attaccanti più grandi sono esplosi fuori dall’Italia: guardate Rossi e Balotelli». Forse anche lui tornerà in A: «Io ho sempre detto che se mi chiamano dall’Italia, accetterei volentieri, alla Samp o altrove – ribadisce Piovaccari – Detto questo, io qui a Bucarest ho avuto la fiducia giusta ed i risultati sono arrivati. Anche la città mi ha stupito: non manca nulla».

L’11 diucembre giocherà l’ultima gara in Champions contro il Chelsea di Mourinho e forse c’è già la nostalgia: «Più che nostalgia, orgoglio. Io da una parte, Samuel Eto’o dall’altra. Scusate se è poco. Forse Piovaccari non era così male…». E chissà se Mihajlovic penserà a lui a gennaio: «Prima dovrebbe chiamarmi, poi ne parliamo». Se succedesse, magari potrebbe mostrare i suoi miglioramenti sui rigori (ne sbagliò due alla Samp, ndr): «(Ride, ndr) Sbagliare un rigore ti deprime. Ma non è che se uno sbaglia un rigore, allora è un brocco: i rigori si sbagliano se mentalmente non sei tranquillo – chiude Piovaccari – E’ stata una stagione difficile. Ma se ricapita…».

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