Editoriale
Perché non pensiamo direttamente al futuro?
Giampaolo lamenta: «Non possiamo perdere in casa con l’Empoli», eppure è successo e non si sta nemmeno pensando al futuro. Perché?
Nonostante il ghigno di qualcuno, che ha visto nella vittoria dell’Empoli uno dei più classici “scansamoce” della Sampdoria, per favorire la non del tutto certa retrocessione del Genoa, voglio pensare che il Doria sia caduto contro i toscani esclusivamente perché questi erano più motivati e avevano dalla loro più necessità. Dei nostri, d’altronde, ci hanno provato davvero in pochi: nel primo tempo a parte Jankto, che ha scelto il finale di stagione per entrare in condizione, e Quagliarella, come al solito, nessun altro ha realmente creduto nella possibilità di vincere dinanzi al pubblico doriano, che aveva risposto con la solita grandissima affluenza. La prestazione è stata amorfa, complice forse l’assenza dell’uomo più in forma del momento, ossia Defrel, fermato da un problema fisico accusato già durante la settimana: la difesa non è stata in grado di arginare un attacco per niente inarrestabile, dato che si tratta del terzultimo in classifica. Anzi, Tonelli è riuscito anche stavolta a creare più danni del previsto, con un rigore concesso che è sembrato più ingenuo dei danni causati contro il Bologna. Ma senza voler necessariamente far cadere la croce esclusivamente sul difensore in prestito dal Napoli, c’è da dire che un po’ tutto non ha funzionato.
Un peccato, davvero, perché all’inizio della gara l’Empoli aveva deciso di lasciare Ekdal libero di agire indisturbato, così da permetterci di avere un regista sempre libero di ragionare e di dosare il passaggio con i giri giusti: nonostante questo le azioni pericolose sono state due, nulla di più, e per vedere effettivamente una Sampdoria che si avvicina alla porta avversaria abbiamo dovuto attendere Sau, il suo dribbling e il suo conseguente atterramento in area di rigore, con Quagliarella poi micidiale dal dischetto, anche stavolta. Star qui a lamentarsi degli aspetti tattici o di quelli psicologici oramai lasciare il tempo che trova, visto che la Sampdoria ha interrotto il proprio campionato subito dopo il derby vinto contro il Genoa. Poi il nulla totale, tra proclami non rispettati e tante lamentele provenienti soprattutto dall’area tecnica. Forse il capitolo cessione societaria sta creando più problematiche di quanto potremmo credere, o almeno preferisco pensarla così piuttosto che ragionare di una squadra che all’improvviso ha dimenticato come si vince e come si portano a casa i tre punti, facendo felici i propri tifosi.
Tra dieci giorni ci sarà l’incontro tra Giampaolo e la società: con un campionato oramai virtualmente chiuso da tempo avrebbe avuto molto senso che il tecnico abruzzese avesse iniziato a provare qualche novità in vista del prossimo anno, a testare delle possibilità tattiche e tecniche che partono da Defrel trequartista e che sarebbero potute finire con l’inserimento di Tavares, per valutarne l’eventuale riscatto (anche se forse il tecnico ha deciso da parecchio tempo qual è la sorte del brasiliano): maggior minutaggio a Ferrari, più spazio a Vieira, qualche ritocco a centrocampo, per capire in chi riporre fiducia per il futuro. Il fatto di aver visto sempre la stessa formazione potrebbe significare che Giampaolo, prima di ragionare sul futuro in campo voglia avere le certezze contrattuali e anche di un progetto che valga la pena seguire. Romei sostiene di voler continuare con lui, ma sarà la proprietà a decidere: qualunque essa sia, a questo punto.