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2014

Pensavo fosse Delneri, invece era Mihajlovic

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Sinisa Mihajlovic ieri, con ufficialità del sito della Sampdoria, è stato ri-annunciato come tecnico della società di Corte dei Lambruschini: un altro anno insieme, fino alla regolare conclusione del suo contratto, giugno 2015. Nessun rinnovo, nessun prolungamento, solo un adeguamento e una certezza: l’anno prossimo ci sarà lui, fino alla fine, salvo ovviamente clamorose defaillance à la Delio Rossi. Saperlo prima della fine di maggio è stato utile, sicuramente, così da poter continuare la programmazione avviata con Ariedo Braida e Carlo Osti. D’altronde a breve ci saranno già le comproprietà da decidere e la Sampdoria ne ha tante, diverse, molteplici.

Però perché Mihajlovic ha titubato? Sembrava ci potesse essere davvero l’occasione di andare ad allenare la Juventus in sostituzione di Antonio Conte. Prima di lunedì sera, quando il tecnico bianconero è stato confermato per un altro anno – anche lui in scadenza a giugno 2015, senza rinnovo, proprio come Mihajlovic – Andrea Agnelli, patron bianconero, aveva incontrato Sinisa Mihajlovic. Così si è detto. Poi Marotta è riuscito a intercedere, stavolta salvaguardando la Sampdoria, e facendo sì che tutto rimanesse così com’è attualmente. Giambattista Vico andrebbe a nozze, ma non del tutto.

Poteva essere un déjà vu, poteva essere uno spiacevole ripetersi di quanto accaduto tre anni fa. Gigi Delneri conduce la Sampdoria al quarto posto in Serie A, che all’epoca – sembra passato un eone – significava Preliminare di Champions League. Quel rinnovo contrattuale, quell’adeguamento economico per condurre la squadra anche l’anno successivo nello stesso modo, con lo stesso 4-4-2, era pronto da diverse settimane, forse mesi: d’altronde perché privarsi del tecnico che ti ha riportato nell’Europa che conta? Eppure Delneri rimandava, ha rimandato fino alla fine. Poi il giorno dopo il quarto posto svela le carte: c’è la Juventus. Va da Marotta, da Paratici, va insieme a loro dalla Vecchia Signora. È uno sgarbo, per i sentimentali, è il naturale corso delle cose, per i cinici. Sappiamo tutti com’è andata, poi.

Delneri alla Juventus – concedetemelo – ha fallito (percentuale di vittorie inferiore anche a Ferrara). Con lui ha fallito Marotta, il primo anno, per una scelta incresciosa, per una scelta troppo coraggiosa, con un tecnico che con i big non era mai riuscito: vedi Roma, vedi Porto. Il dg però è riuscito a farsi perdonare negli anni, perché il suo lavoro è sotto gli occhi di tutti, a partire dai tre Scudetti consecutivi. Delneri invece non si è saputo riprendere, tanto da finire anche al Genoa. Mihajlovic ha rischiato in egual modo. Puoi essere l’allenatore più grintoso al mondo e avere la tattica nel sangue – o il tattico come braccio destro, De Leo – ma questa Juventus, questa squadra che vince tre campionati di fila, che deve tornare a vincere in Champions League, che l’anno prossimo dovrà lottare contro una Roma e un Napoli che finalmente hanno ingranato dopo un anno di limbo con i nuovi tecnici, non la alleni facilmente. Non subito, non adesso, dopo qualche mese di buon livello con la Sampdoria.

Mihajlovic, ora scopro le carte, ci provo, e faccio come la zingara di Brera: un anno alla Sampdoria, con la squadra che vuoi tu, con i giocatori che indicherai tu, con le cessioni che permetteranno a Osti e Braida di liberarci dei 20 e più tesserati blucerchiati sparsi in giro per il mondo, lottiamo per arrivare in Europa League, per tornarci, poi potrai pensare alla Juventus. Avrai un curriculum rimpinguato, avrai maggior esperienza, avrai conquistato di nuovo il palcoscenico. O magari ti lascerai conquistare, ancora una volta, dai tifosi della Sampdoria e resterai. Resterai, come l’ultima volta.

Quando ho saputo della Juventus pensavo fosse Delneri. Invece era Mihajlovic. 

Troisi l’avrebbe detta meglio.

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