2015

Pedro Pereira, la rivelazione: «Sono felice alla Samp. Lo stadio? La prima volta…»

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Diciassette anni e lo sguardo concentrato in campo. Quando però è fuori, gli occhi diventano più timidi e si scopre la gentilezza di un classe ’98 affacciatosi al grande calcio in punta di piedi. Pedro Pereira è arrivato nel silenzio generale nel grande progetto a livello giovanile di Riccardo Pecini, ma si è ritrovato in prima squadra quasi da subito. Da quando ha sostituito Cassani nel primo tempo di Samp-Bologna, non ha più lasciato il campo.

Intervistato da SampTv, il portoghese ha raccontato il suo arrivo a Genova: «Quando sono arrivato alla Samp, l’obiettivo era giocare nella Primavera e poi mi sono ritrovato a fare il ritiro in prima squada. Ho fatto bene e sono rimasto qui. Dopo aver lavorato bene, ho avuto l’opportunità di giocare in A. Sono felice». Lo stadio l’ha lasciato a bocca aperta: «Mi ha impressionato molto: è uno stadio molto bello, con molto calore da parte dei tifosi. Quando sono entrato in campo, sono rimasto senza parole, perché è la cosa più bella del mondo».

Gli inizi della sua carriera sono molto precoci: «Quando avevo sette anni, mio padre allenava una squadra della mia città e ho iniziato con mio padre. Poi il Benfica mi ha visto giocare a 8-9 anni e sono andato a Lisbona». E pensare che lui non è neanche un tifoso del Benfica, bensì dell’altra sponda della città: «Mentre giocavo al Benfica, io tifavo lo Sporting Lisbona, che è il derby. Come Samp-Genoa! Quando mi hanno detto che dovevo giocare nel Benfica, mi hanno fatto capire che avrei dovuto tifare il Benfica…».

Quest’estate è arrivata la Sampdoria: «La Samp mi ha mostrato un progetto per il futuro e io sono stato molto felice di far il ritiro con la prima squadra. Ho lavorato bene con il mister e mi è piaciuto molto: così ho deciso di rimanere qua». Non è facile imparare la nostra lingua, ma con la famiglia accanto è tutto più facile: «Imparare l’itaiano è difficile: assomiglia al portoghese, ma la parola è complicata. La famiglia? La cosa più importante: sono sempre con te, sia che fai bene o che fai male. Mi piace tenermi la famiglia vicino: mio padre abita qui con me, dopo due settimane sono arrivate mia sorella e la mia fidanzata. Il tempo libero? Con la mia famiglia vado a via XX settembre e dopo un po’ alla passeggiata di Nervi o a Bogliasco. C’è il mare, mi piace».

I blucerchiati hanno iniziato molto bene in questa stagione: «La Samp ha iniziato forte e stiamo lavorando duro per continuare così. Speriamo di fare il possibile per rimanere in alto». Il portoghese ha speso due parole anche su un compagno di squadra eccellente: «Antonio Cassano è un grande giocatore, con una grande storia. Ha giocato nei migliori club del mondo: è un compagno col quale mi trovo bene, mi piace molto».

Chissà se pensa al Portogallo e a una convocazione da parte della prima squadra: «La nazionale è come un regalo, perché vuol dire che sei il migliore del tuo paese. Se fai bene nel club, allora puoi andare in nazionale. Per ora non ci penso: l’importante è lavorare bene qui, poi penserò al Portogallo». Un pensiero finale: «Sono molto grato per tutte le persone che mi hanno detto che sto facendo bene, a cui piaccio. Sono molto felice che il mio lavoro sia riconosciuto».

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