2015
Pedro Miguel Pereira: «Qui per giocare. Ho scelto la Samp per il progetto»
Diciassette anni, classe ’98, come lui in Serie A c’è solo Hachim Mastour, che potrebbe lasciare il Milan nel corso di questa sessione di mercato: parliamo di Pedro Miguel Almeida Lopes Pereira, l’ultimo colpo in ordine cronologico del tandem vincente Riccardo Pecini – Fabio Papagni, rispettivamente direttore sportivo del settore giovanile e capo scout del Doria. Arriva dal Benfica, dove ha svolto la trafila delle giovanili e dove stava per firmare il suo primo pre-contratto: la Sampdoria ha anticipato tutti e lo ha portato in Italia. E Pereira ha accettato di buon grado.
«Ho lasciato il Benfica perché la Sampdoria mi ha proposto un progetto sportivo migliore – racconta a Il Secolo XIX – Nel Benfica è difficile per un giovane, anche se bravo, essere promosso presto in prima squadra. Al Benfica la voglia, la necessità di vincere supera tanti altri ragionamenti, anche se ultimamente le cose stanno un po’ cambiando. Qui alla Samp mi sento più coinvolto, secondo me qui con questo progetto ho maggiori possibilità di crescita. E io credo molto in me stesso».
La Sampdoria ha notato Pereira durante una partita delle nazionali Under 17 e poi è tornata un mese dopo per avere una conferma su quanto notato: «Me l’hanno detto. In un Portogallo-Italia. Ero entrato nel secondo tempo. Poi a febbraio sono tornati a vedermi in un altro torneo importante in Algarve. E lì ho saputo di questo interessamento. Da quel momento ho iniziato a vedere in televisione tutte le partite della Samp. Perché volevo subito conoscere i calciatori, il modo di giocare, saperne di più sulle caratteristiche del campionato italiano».
«La Samp è stata perfetta in ogni dettaglio. Quando il mio procuratore mi ha spiegato bene il progetto della Samp e ho detto “yes”, le cose sono procedute spedite. Sono venuto a Genova con mio papà Antonio, mia mamma Isabel e mia sorella Maria. A Genova starò insieme alla mia ragazza, Bruna. Continuerà i suoi studi in Italia. Sapevo che tra la Serie A e la Liga Sagres ci sono delle differenze, soprattutto sotto il profilo tattico: in Portogallo diciamo che si pensa soprattutto ad attaccare. Qui l’equilibrio e le posizioni sono fondamentali. Il possesso palla. Le diagonali. Sto cercando di imparare in fretta, di adattarmi, Zenga è molto paziente con me e i compagni sono tutti bravissimi».
C’è spazio in chiusura anche per un idolo calcistico: «Alla Samp dico Muriel, che velocità».