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Juventus, Pedone nostalgico: «Rapporto importante con la Sampdoria»
Juventus, Pedone parla della sua esperienza alla Sampdoria: «Quando stai tanti anni in un club senti le cose in maniera diversa»
L’ex calciatore e allenatore della Sampdoria Francesco Pedone ha rilasciato una lunga intervista al sito ufficiale della FIGC.
FINE CARRIERA – «Quando ho smesso ero alla Sampdoria e eravamo in Serie A. Avevo anche altre richieste per giocare ancora in altri club anche dall’estero, però devi capire dentro di te quale sia la cosa migliore da fare, quella di smettere forse con il senno di poi è la scelta giusta. L’anno che ho smesso ho avuto subito la possibilità di iniziare una nuova vita come allenatore, sono stato chiamato a fare un altro ruolo».
NOVELLINO – «È l’allenatore che mi ha influenzato di più perché sono stato tantissimi anni con lui, sia da giocatore sia poi nel suo staff. Ha la grande capacità di dare intensità alle sedute di allenamento. Trova sempre il modo di farti dare sempre quel qualcosa in più sotto l’aspetto caratteriale oltre che dell’organizzazione del gioco. Riusciva sempre a tenere la squadra sulla corda senza cali di tensione».
SAMPDORIA – «Negli anni in cui sono stato alla Sampdoria c’erano persone come la famiglia Garrone, Marotta, Asmini, persone importanti per me. Li ho conosciuti molto bene. Per me è stata una scelta decisiva, grazie a loro il passaggio non è stato traumatico. Iniziare a lavorare con i grandi è stata una bella esperienza, mi ha permesso di essere responsabile, essere in uno staff vuol dire che le competenze sono più specifiche per un allenatore. Prima da giocatore poi da allenatore, prima squadra poi settore giovanili. Gli anni alla Sampdoria stavano diventando tanti, tredici. Quando stai tanti anni in un club è normale che senti delle cose differenti rispetto ai club dove stai poco, emozioni, sentimenti d’appartenenza all’ambiente, alla tifoseria. Erano delle chiavi importanti nel rapporto che ho avuto con la Samp. Non a caso la mia famiglia si è trasferita a Genova».
PRIMAVERA – «L’ultimo anno portai la Primavera, dopo tanto tempo, alle Final Eight. Fu un anno molto positivo, tanti ragazzi uscirono da quella squadra e diventarono professionisti. La Juventus fu una chiamata un po’ a sorpresa».