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Paoletti si racconta: «Sogno di restare alla Sampdoria. Mi ispiro a Tevez»

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Flavio Paoletti, centrocampista della Sampdoria, ha ripercorso le tappe della sua fin qui giovane carriera: le dichiarazioni

Flavio Paoletti, centrocampista della Sampdoria, ha ripercorso le tappe della sua fin qui giovane carriera, svelando alcuni dettagli sul suo futuro. Ecco le sue dichiarazioni ai microfoni di NumeroDiez.

INFANZIA – «Ho cominciato a giocare a calcio fin da piccolo per volontà mia e della mia famiglia. Mi capitava spesso di giocare in paese con gli amici, poi a 7 anni ho iniziato a giocare a calcio. A 11-12 anni ho fatto dei provini per diverse società, poi a 13 per la Samp e a 14 mi sono trasferito a Genova. È stato l’inizio della mia carriera, ho fatto sei anni fino ad oggi».

PERCORSO – «Mi sono dovuto adattare, mi sono ritrovato a 14 anni a vivere a Ccasa Samp, la struttura dedicata i giocatori. Il primo anno è stato un po’ difficile perché ero molto attaccato ala famiglia e agli amici. Vivendo in un paesino e spostandomi in una realtà come Genova ho trovato tutto un po’ più grande. Però con il tempo sono riuscito anche qui a fare conoscenze e Genova è diventata anche la mia città, in cui mi trovo benissimo».

TUFANO «Tufano per noi è quasi un amico, un grande punto di riferimento anche se a volte ha modi tosti per insegnarci. Riesce a tirare fuori il massimo da noi quando giochiamo in Primavera. Noi abbiamo imparato a conoscerlo a più di 360 gradi, è una persona fantastica».

IDOLO – «Da piccolo mi è capitato di guardare tanto la Juve, il calciatore che mi ha datto innamorare del calcio è stato Tevez anche se il mio modo di giocare e il ruolo è molto lontano dal suo».

ESORDIO – «A me è capitato a inizio anno, ai primi di gennaio contro il Napoli. Lì per lì non ti rendi conto di cosa stai vivendo, ma quando il mister ti dice “vai a scaldarti” tu pensi sempre che possa esserci l’occasione di entrare. Poi quando mi ha chiamato mi sono tolto la pettorina, ho ricevuto qualche indicazione per i calci piazzati e sono entrato in campo. Ti ritrovi tutta la curva che ti guarda ed è un’emozione stupenda. Esordio da titolare a Firenze? Lo sapevo da qualche giorno, in allenamento preparavamo la partita e capivo che comunque mi avrebbe messo nei titolari. Ho avuto la conferma quando ha annunciato la formazione, ma è stata una cosa molto pià preparata e me l’aspettavo».

STANKOVIC – «Io sono arrivato qualche mese dopo, il mio primo approccio col mister è stato al ritiro in Turchia, prima di Natale. Poi piano piano ho impaato a conoscerlo molto meglio, è una persona che ti aiuta tanto sotto vari punti di vista e diciamo che dobbiamo solo ringraziarlo per l’opportunità che ci sta dando».

RIFERIMENTO – «Per fortuna tutto lo spogliatoio ci tratta bene, siamo accettati da tutta la squadra. Sicuramente Fabio (Quagliarella ndr) è la figura più importante, ma anche altri come Gabbiadini e Audero quando parlano sono sempre d’aiuto».

OBIETTIVI – «Ci auguriamo che la Sampdoria possa tornare subito in Serie A. Sarebbe un sogno, a noi piacerebbe tanto fare parte del gruppo e restare qui anche l’anno prossimo. L’ambiente è stupendo, si vive bene, la società è fantastica».

PASSIONI – «Seguo molto il basket, ma con gli orari dell’NBA è molto difficile. Se ci alleniamo la mattina è improponibile guardare la partita di notte e svegliarsi la mattina».

SOGNI – «I momenti di difficoltà ci sono per tutti, l’importante è cercare di recuperare e non perdere la testa. Se poi vieni chiamato da una squadra come la Sampdoria significa che qualcosa lo hai, continuando a lavorare puoi raggiungere i tuoi sogni».

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