2015
Palombo: «Siamo avviliti, la responsabilità è solo nostra. A Novi Sad per il miracolo»
In zona mista con i giornalisti viene a parlare Angelo Palombo, stasera capitano contro il Vojvodina per il ritorno in Europa all’Olimpico di Torino. Il numero 17 commenta la sconfitta per 4 a 0 contro i serbi che mette in salita la gara di ritorno: «C’è un po’ di vergogna, ci dispiace per i nostri tifosi perché volevamo dare soddisfazione dopo tanti anni fuori dall’Europa. Dobbiamo rimboccarci le maniche e migliorare le cose che non sono andate, noi siamo i primi a essere avviliti perché siamo i primi che andiamo in campo. Parlare di condizione fisica significherebbe cercare un alibi e noi non vogliamo cercarne: siamo stati fuori dalla partita, abbiamo fatto poco e niente di quello che ci ha chiesto il mister e ci prendiamo le nostre responsabilità. Al ritorno andiamo a giocare cercando di fare cinque gol, anche se non è facile, ma nel calcio non devi mai mollare. Avete visto il rammarico dei nostri tifosi, ci dispiace per loro. La colpa è di tutti, soprattutto nostra che andiamo in campo».
«Una serataccia, non ci aspettavamo di partire così male nemmeno noi. Era da un po’ che non giocavo difensore, ma comunque l’ho fatto diverse volte: non voglio cercare alibi né scusanti, io do disponibilità perché sono convinto di poter fare una cosa, non darei la colpa al fatto che ero fuori ruolo. Il primo gol è stato un errore personale, non ho problemi con i fischi sinceramente. Un po’ di cose messe insieme sicuramente ne fanno una grande: serviva un altro atteggiamento, sapevamo che erano messi meglio fisicamente, ma dovevamo gestirla sicuramente meglio. Dovevamo gestire in maniera differente la partita, non ci siamo riusciti purtroppo. A noi non piace fare brutte figure, è chiaro. Non facciamo paragoni con lo scorso anno, siamo quasi tutti gli stessi più qualche ottimo acquisto: dobbiamo ripartire da questa prestazione e fare quello che avremmo dovuto fare e che non abbiamo fatto».
«Viviamo con la massima serenità la situazione mercato, la decisione di Cassano dipende dal mister e dal presidente: noi siamo un ambiente ottimale, quindi chi verrà sarà il benvenuto. È normale che di Cassano si debba parlare, si debba scrivere, ma noi eravamo concentrati sulla nostra partita: non cerchiamo scusanti. Non abbiamo sottovalutato la partita, ma siamo scesi in campo con l’atteggiamento sbagliato. Andiamo a Novi Sad con lo spirito di vincere e di fare un miracolo».