2014

Palombo si racconta: «Eravamo in tanti, Novellino scelse me. L’anno della B…»

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Dalla gioia il per la Champions League alle lacrime per la retrocessione in Serie B. Sono tanti i ricordi che Angelo Palombo ha della Sampdoria, dal suo approdo in blucerchiato alla più recente vittoria contro l’Atalanta, un mondo speciale per il numero 17, che ha voluto raccontare a La Repubblica la sua avventura in Liguria: «Malpensa, dodici anni fa. Venivo da casa mia, Ferentino, la Fiorentina era fallita ed ero senza squadra. Incontrai Marotta e Asmini per firmare il contratto, lì in aeroporto. Ero emozionato, mi si era capovolto il mondo. La Samp era in ritiro a Varese, appena arrivato Novellino mi mise al fianco di Volpi. C’erano tante altre soluzioni, ma il mister scelse me. Il Palombo uomo è maturato. Nel calcio o maturi presto o scoppi presto, non c’è alternativa. Anche se resto uno a cui piace un sacco ridere e scherzare. I compagni mi prendono in giro e mi dicono che il cervello è rimasto quello di un dodicenne».

Tanti i bei momenti vissuti con la divisa doriana, non sono però mancati i tristi ricordi: «I più brutti per me sono stati il girone di ritorno della retrocessione e l’anno della serie B, prima di andare all’Inter. Sono sincero, non fossi stato bene qui me ne sarei andato, occasioni ne ho avuto tante. Ovvio che il clima poi dipende in gran parte dai risultati»

Il giocatore con cui ha legato di più portava il 10 sulla schiena: «Senza dubbio Flachi mi ha aiutato di più. Ne venivo da Firenze, casa sua».

Infine, uno sguardo al presente e all’attuale mister: «Con Mihajlovic in un certo senso siamo tornati ai tempi di Delneri. E’ un allenatore che pensa prima di tutto a noi. La cosa più importante è la nostra identità, gli avversari vengono dopo. I moduli contano fino ad un certo punto».

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