2013

Palombo: «Ho perso un anno di Samp: volevo quasi mollare»

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In una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Angelo Palombo, centrocampista e oramai anche difensore della Sampdoria, si è finalmente aperto mettendo a nudo il proprio dolore di inizio stagione, quando è stato a lungo fuori rosa, per poi tornare titolare soltanto con l’esonero di Ciro Ferrara. Una situazione difficile, una lotta con chi lo ha messo fuori e anche dei sacrifici in nome della maglia che indossa da anni e che lo ha portato quasi al traguardo delle 400 presenze: «Il dispiacere maggiore è aver perso un anno intero di Sampdoria: ora sarei oltre le 400 presenze con questa maglia. Per il resto ho vissuto un’esperienza che mi ha arricchito umanamente e che mi ha fortificato. Perché ho vacillato, lo ammetto, e ci sono stati dei momenti in cui ho visto tutto nero e anche alcuni consigli ti sembrano degli attacci. Sentivo solo cose brutte su di me e pensavo tanto. Avevo sempre avuto rispetto per tutti e non capivo perché ora mi stessero trattando così. Ho pensato anche di smettere».

«La panchina in Serie B? Me la sono meritata perché stavo giocando male. Mi dicevo che uno come me non può far fatica in Serie B e ci pensavo anche la notte. Per aiutare la Sampdoria ho deciso di staccarmi da Genova anche se l’estate precedente avevo rifiutato un’offerta incredibile della Fiorentina: la barca che affondava non andava lasciata. Non avrei accettato nemmeno il Real Madrid. Poi sono andato all’Inter perché me lo ha chiesto la società, ma lì ho giocato pochissimo e sono tornato, per poi essere accantonato. Sono ripartito da zero, ho dato un segnato spalmandomi l’ingaggio. Non ho preteso nullo, ma ho sofferto tanto. Non mi sono arreso e mi sono sempre allenato per rispetto al Presidente».

«Poi è arrivato Delio Rossi ed ero molto in ansia: pensavo che anche lui mi avrebbe fatto fuori, invece ha usato trasparenza. Mi ha detto che se avessi meritato avrei giocato. All’Inter ho avuto l’occasione di allenarmi con Zanetti e da lui ho imparato tanto: la sua forza fisica vale il sinistro di Messi. Il ritorno in Nazionale? Sarebbe come tornare bambini, come la prima volta che sono stato convocato: una gioia indescrivibile. Chissà, magari ora che so giocare anche da difensore centrale…».

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