2013

Palombo, Gentsoglou, Rossi: per non capire fischi per fiaschi

Pubblicato

su

L’arbitro interrompe temporaneamente le ostilità, i calciatori si avviano verso gli spogliatoi. Il Ferraris, nel frattempo, esprime lati di sé che nella sua veste blucerchiata non aveva mai svelato e che anzi teneva nascosti con onore. Dopo i primi quarantacinque minuti di gioco, a Marassi non si sentono che fischi. E non solo dai canonici mugugnoni seduti in tribuna, dappertutto. Fischi, fischi, fischi. Da chi ha visto la propria squadra ottenere in modo rocambolesco la prima vittoria in campionato solo una settimana prima e ha negli occhi le immagini di una prestazione orribile. Da chi ha osato cimentarsi in un così rammaricato gesto solo nei casi estremi, vedasi quel Sampdoria-Varese che segnò il destino di Atzori.

Il nemico pubblico numero uno è ancora una volta Angelo Palombo, che dopo esser rinato con la Sampdoria è tornato a ricoprire il ruolo di parassita, di mela marcia da estirpare. O almeno, questo si evince immaginando il volatile grafico dei pareri dei tifosi sul suo conto. Il centrocampista di Ferentino già non affrontava un bel momento, da difensore stava accusando evidenti problemi a livello tattico ed organizzativo. Ma ieri era tornato al suo posto, lì nel mezzo. Non è andata bene, anzi è andata proprio male. Con qualche lancio sbagliato ha acquisito tutte le credenziali per divenire il capro espiatorio delle ire sampdoriane.

Ed è proprio lui l’agnello che Rossi sacrifica per rialzare la Sampdoria, sfoderando al suo posto il salvifico Gentsoglou. Il greco ha una faccia diversa, più barbuta e più naive, ma piedi sostanzialmente simili a quelli del nostro ex capitano. Anzi, direi anche peggiori a giudicare dai diversi passaggi fuori misura. Eppure, Sampdoria-Atalanta passerà alla storia come la partita che abbiamo vinto perché è uscito Palombo ed è entrato Gentsoglou, ma sappiamo benissimo che non è così. Più che quello sarà stata la tremenda strigliata di mister Rossi ad aver rinvigorito e ridestato la Sampdoria nella seconda frazione di gara. Pimpanti, decisi e più fluidi, i blucerchiati hanno offerto ben altro tipo di spettacolo nella ripresa e trovato, grazie ad un Mustafi sempre meno promessa e sempre più certezza, la via della rete della liberazione. E adesso sì che possiamo dirlo, continuiamo su questa rotta. Senza Palombo? Non necessariamente, ma con la voglia e la lucidità mostrate nel secondo tempo. 

Exit mobile version