2013
Palombo e le curiosità degli ungheresi: «Mi piace stare qui»
Non si direbbe, ma l’Ungheria guarda con attenzione alla Serie A. E, in questi giorni di ritiro in terra magiara, il più cercato è stato sicuramente Angelo Palombo, vice-capitano blucerchiato e molto conosciuto dagli addetti al lavoro locali. Infatti, come riporta il “Secolo XIX”, il centrocampista sembra quasi Messi, dato che lo cercano tutti e molti fanno domande sulla possibiltà che giochi o meno, se è reperibile per alcuni incontri o persino per capire qualche cosa sull’esclusione che ha caratterizzato la stagione del centrocampista nell’anno passato. Addirittura, il principale quotidiano ungherese – il “Nemzeti Sport” – ha dato spazio al numero 17 blucerchiato in prima pagina.
Palombo spiega facilmente il motivo di tanta attenzione: «Sei anni fa ho giocato qui con l’Italia contro l’Ungheria – racconta Angelo – e quando affronti la nazionale, per loro sei un grande. Aggiungici che quella partita l’abbiamo persa per 3-1 e per loro è diventata quasi storica. Sarà per questo che mi cercano», scherza Palombo, ormai reintegrato a pieno nella Samp. C’è chi, dopo quattro ore di auto, ha raggiunto Buk da Budapest solo per intervistarlo: «No, ha una delle storie più romantiche del calcio – risponde qualche giornalista locale – è stato in Nazionale, ma sempre rimanendo nella Samp, anche quando le cose andavano male, pure quando l’hanno messo fuori rosa. C’è stata la parentesi Inter, ma è trascurabile».
E’ lo stesso Palombo a concordare: «Questa maglia è la mia seconda pelle e non ho mai avuto l’idea di andarmene – dice il vice-capitano del Doria – è fedeltà, sentimento. Anche quando ero fuori, tanti pensavano che avrei dovuto fare le valigie, ma io pensavo solo ad allenarmi bene per meritare questa maglia. Come vedete, ha pagato: è la mia vittoria». Non solo calcio, poiché gli ungheresi gli chiedono anche cosa ne pensa della crisi che colpisce molti tifosi e dei grandi stipendi che hanno invece i calciatori: «E’ qualcosa che mi ha sempre toccato e la gente lo sa – risponde sinceramente Palombo – non voglio fare della retorica ma, a differenza di quello che spesso si dice dei calciatori, io non sono mai stato indifferente alle disuguaglianze. Quando il governo ha introdotto il prelievo ulteriore del 3% sul lordo del nostro stipendio, mi ha trovato d’accordo: so benissimo la differenza tra il nostro stipendio e quello di una persona normale».
L’Ungheria ama Palombo, ma il buon Angelo ricambia con tanto affetto: «Anch’io amo questo posto, anche se lo trovo sempre caldissimo – commenta il giocatore blucerchiato – con la Nazionale mi aveva stupito che, nel ritiro, ci avessero fatto arrivare un ritratto del volto scolpito in un pezzo di legno. Un’opera bellissima, che sembrava quasi una foto. Ce l’ho ancora in casa e me lo vedo tutti i giorni».